Ai microfoni di euronews l'analisi del politologo Jean-Yves Camus: "Inseguire l'elettorato estremista non paga. Meglio riconciliarsi con la tradizione liberale"
“Imputare l’ascesa di populisti ed estrema destra in Europa alla sola crisi migratoria è riduttivo. Il loro successo affonda anche nella mancata identificazione nell’Europa di oggi”. Ai microfoni di euronews, l’analisi del politologo e ricercatore dell’Istituto francese di relazioni internazionali e strategiche Jean-Yves Camus, che mette in guardia anche la destra tradizionale: “Non ceda alla tentazione di appiattirsi sul messaggio dei populisti – il suo appello -. Torni piuttosto alle origini e ritrovi i fondamenti del liberalismo e del conservatorismo sociale”.

“Non si contesta l’Europa in sé, ma questa Europa”
Sophie Claudet, euronews
“Come spiegare lo sfondamento del populismo e dell’estrema destra in Europa?”.
Jean-Yves Camus, politologo e ricercatore dell’Istituto francese relazioni internazionali e strategiche
“C‘è la questione migratoria che solleva una serie di interrogativi negli elettori europei, ma ci sono anche una crisi nella costruzione stessa dell’Europa e un deficit sul piano dell’identità europea. I cittadini hanno l’impressione che l’Unione Europea sia in qualche modo un’entità fredda, distante e connotata da una legittimità democratica piuttosto vaga. Quanto ne contestano non è tanto il principio – perché di fondo vogliono l’Europa. Non vogliono però necessariamente ‘questa’ Europa”.
L’FPÖ alla prova del governo: un passato di promesse non mantenute
euronews
“Questi partiti di destra estrema hanno programmi realistici?”.
Jean-Yves Camus
“Quanto sappiamo è che in Austria l’FPÖ ha già fatto parte di una coalizione di governo, dall’inizio del 2000, che non ha realizzato gli obiettivi che si era proposto e non ha condotto la politica che aveva promesso agli elettori. Proprio questo gli è peraltro valso una frenata alle successive elezioni politiche”.
L’Austria come la Germania: l’insofferenza per alleanze e partiti tradizionali
euronews
“Eppure l’FPÖ ha oggi il vento in poppa. Possiamo facilmente immaginare che il prossimo presidente austriaco proverrà dai suoi ranghi; e forse anche il prossimo cancelliere. In fin dei conti gli elettori si sono quindi schierati con questo partito di estrema destra”.
Jean-Yves Camus
“Gli austriaci si trovano in una posizione abbastanza particolare perché, al pari della Germania, l’Austria è governata da una Grande Coalizione fra social-democratici e cristiano-democratici – fra sinistra e destra, quindi. E di fondo è proprio questa architettura di governo che in entrambi i paesi una parte degli elettori contestano. Vogliono far saltare il banco e dare un’opportunità a partiti che hanno un messaggio molto semplice: ‘Le élite vi hanno tradito, noi siamo invece il popolo, vi rappresentiamo e se arriveremo al potere faremo l’esatto contrario dei partiti tradizionali’. È questo fa dire a parte dell’elettorato: ‘Sono partiti poco strutturati, non siamo certi che riusciranno al governo, ma vogliamo talmente liberarci degli altri, che preferiamo dar loro una chance”.
La destra e le sirene del populismo: “Meglio ritrovare le antiche radici liberali”
euronews
“I partiti tradizionali europei si rimettono dal canto loro in discussione o hanno più che altro la tendenza ad allinearsi sulla retorica populista?”.
Jean-Yves Camus
“C‘è in effetti la tentazione, in parte della destra democratica, di inseguire l’elettorato di estrema destra. È però una tattica che non funziona mai. In Francia lo sappiamo da una trentina d’anni, eppure ci sono ancora degli uomini politici che ritengono che abbracciando alcune proposte dell’estrema destra – del Front National, per esempio -, si possano riconquistare degli elettori. Per il momento è una scommessa che non ha pagato. Al contrario, ho l’impressione che la destra liberale e conservatrice debba in qualche modo tornare alle origini, ritrovare i fondamenti di un’ideologia dalle radici profonde: quella del liberalismo, molto semplicemente; quella del conservatorismo sociale. E poi, spiegare agli elettori che i partiti puramente contestatari – che non hanno esperienza di governo – ci porterebbero a schiantarci contro un muro. Certo, si possono contestare le modalità della costruzione europea, ma uscirne – dire no all’Europa e andare avanti da soli – è – soprattutto sul piano economico – assolutamente suicida”.