Transizione ecologica, il villaggio tedesco che si propone come modello

Juergen Hansen, sindaco del villaggio di Sprakebuell, accanto a una pietra con il nome del comune
Juergen Hansen, sindaco del villaggio di Sprakebuell, accanto a una pietra con il nome del comune Diritti d'autore AP Photo/Frank Molter
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il villaggio di Sprakebuell può essere considerato un modello in tema di transizione energetica, considerando il numero di auto elettriche superiore alla media, un parco eolico comunitario e il riscaldamento rinnovabile da biogas

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Le raffiche di vento che spazzano le campagne della Germania settentrionale sono molto utili per il villaggio di Sprakebuell, non lontano dal confine con la Danimarca. Non sono infatti associate solo alla nebbia che sale dal mare o alle cicogne in migrazione che si scorgono nel cielo. Il movimento dell'aria è soprattutto utile per alimentare le turbine eoliche che punteggiano i campi verdi e pianeggianti lungo la costa del mare del Nord. E che consentono alla comunità locale di generare importanti ricavi, una cui parte finisce nelle tasche degli abitanti. 

Ma non per tutti è semplice dotarsi di tali impianti. Soprattutto in un contesto economico sul quale grava il peso del susseguirsi di crisi - dalla pandemia al costo della vita, passando per le tensioni geopolitiche -, il che frena gli investimenti anche in settori fondamentali per la lotta contro i cambiamenti climatici, come appunto eolico, solare e, più in generale, fonti rinnovabili

Non è facile quando i venti contrari dell'economia globale post-pandemia - tra cui gli alti tassi di interesse e l'inflazione - frenano gli investimenti, spesso costosi, nell'energia eolica, solare e in altre forme di energia pulita.

Un parco eolico nei pressi di Sprakebuell, in Germania
Un parco eolico nei pressi di Sprakebuell, in GermaniaAP Photo/Frank Molter

Ciò sta dunque rallentando la crescita delle energie pulite. Proprio in un momento in cui occorrerebbe accelerare per centrare gli obiettivi che la comunità internazionale ha fissato in termini di limitazione della crescita della temperatura media globale.

L'energia rinnovabile paga i progetti comunitari

Sprakebuell, un agglomerato che sorge lungo tre strade costeggiate da case ordinate dove il traffico di trattori supera quello delle auto, ha scoperto una nuova vita e una inedita prosperità grazie alle rinnovabili. Per quanto piccola in termini di dimensioni, questa realtà tedesca offre esempi che potrebbero avere risonanza a livello globale.

Va chiarito che i ricavi che giungono dai parchi eolici di proprietà dei cittadini non sono tali da rendere ricchi i beneficiari. Gli introiti rappresentano un piccolo extra, una riserva finanziaria che però "è molto importante per noi perché ci dà una certa libertà", spiega Astrid Nissen, 44 anni, che con il marito gestisce un allevamento di 150 vacche da latte alla periferia del villaggio.

I prezzi del latte fluttuano infatti in modo selvaggio, e le entrate costanti provenienti dai parchi eolici rappresentano "qualcosa su cui possiamo contare, che possiamo usare per pianificare", prosegue Nissen, mentre dalla stalla dietro di lei proviene qualche muggito.

In impianto fotovoltaico su un edificio di Sprakebuell
In impianto fotovoltaico su un edificio di SprakebuellAP Photo/Frank Molter

Il rumore delle turbine - impercettibile nel centro del villaggio ma importante se ci si avvicina agli impianti - garantisce circa 400mila euro all'anno al villaggio. In questo modo sono stati pagati un nuovo parco giochi, una pista ciclabile e persino lezioni di pianoforte gratuite per i bambini di Sprakebuell.

Quando si tratta di nuovi progetti, però, la congiuntura economica rende alti i costi dei prestiti. Gli aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense, della Banca Centrale Europea e di altri istituti centrali, secondo un gruppo di economisti dello University College di Londra, rischiano di provocare dei "danni collaterali ecologici". Il che rappresenterebbe "una notizia terribile per la transizione verde".

A ciò si aggiungono i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento di componenti necessarie per turbine e pale eoliche non facilitano la questione. Senza parlare delle resistenze che possono giungere da comunità che non vogliono parchi solari o eolici sui loro territori.  

La società di consulenza Wood Mackenzie ha rilevato in questo senso che "l'energia pulita ha vissuto uno degli anni più difficili della sua breve storia". Gli obiettivi di crescita non sono stati centrati in Germania, Spagna, Regno Unito e Italia. La situazione è ancora più grave per i Paesi a basso reddito in regioni come quella africana, dove i costi di finanziamento per i maggiori investimenti necessari per le energie rinnovabili erano già alti e sono ulteriormente aumentati.

Come funzionano i parchi eolici comunitari di Sprakebuell?

A Sprakebuell, il numero di aziende agricole a conduzione familiare si è ridotto dalle 26 del 1960 alle attuali tre. Trent'anni fa, il paesino era sul punto di essere fuso con un villaggio vicino. Ora invece non ospita solo agricoltori, ma anche persone che lavorano a mezz'ora di distanza nella città di Flensburg.

I residenti di Sprakebuell hanno versato il 20% di anticipo per la costruzione di un parco eolico e le banche locali hanno prestato il restante 80%. Il primo parco eolico ha visto la partecipazione di 24 persone; l'ultimo, con il diffondersi della notizia, ne ha avuti oltre 150.

Nissen e suo marito hanno iniziato con un investimento pari a poco più di cinquemila euro, più di 20 anni fa. I dividendi hanno contribuito a pagare una nuova stalla per i vitelli, un caricatore frontale per spalare il mangime e due lavoratori. "Ciò significa che a volte abbiamo un fine settimana libero, a volte possiamo prenderci una vacanza. Senza dipendenti, sarebbe impossibile", spiega.

Astrid Nissen, residente di Sprakebuell
Astrid Nissen, residente di SprakebuellAP Photo/Frank Molter

Inoltre, anche se non tutti partecipano, tutti traggono beneficio dal cambiamento. Nel centro della città c'è un'auto elettrica in sharing, che chiunque può prenotare tramite un'applicazione per smartphone, pagando 2,50 euro l'ora. È stato poi aperto un piccolo negozio di alimentari con annesso bar e un ristorante che serve il pranzo tutti i giorni: segni di un incremento del potere d'acquisto. Alcuni villaggi di dimensioni simili nella regione non hanno né l'uno né l'altro.

"I progetti di energia rinnovabile sono visibili nel paesaggio e per me è molto importante che la popolazione locale si identifichi in essi", ha dichiarato Christian Andresen, la cui società, la Solar-Energie Andresen GmbH, ha sviluppato sia i parchi eolici che gli impianti solari.

Cosa frena i progetti di energia rinnovabile?

Andresen spiega quali sono i fattori che possono concorrere a far progredire le energie rinnovabili. Uno di questi è il prezzo garantito per 20 anni dal governo tedesco per la rivendita di energia elettrica: un elemento che dà alle banche certezze nel concedere prestiti. Un altro è rappresentato dai prestiti a basso tasso di interesse concessi dalla banca di sviluppo del governo, la KfW

Ma anche queste condizioni sono meno favorevoli oggi: si è passati dall'1% di qualche anno fa a più del 5%, precisa Andresen. E proprio questa dinamica frena nuove iniziative nel settore delle rinnovabili, incidendo molto più di quanto non accada per i combustibili fossili.La maggior parte dei costi delle rinnovabili è costituita infatti dal prezzo iniziale di acquisto delle turbine eoliche o dei pannelli solari, mentre quelli di gestione sono trascurabili. Ciò rende il costo del prestito un fattore cruciale per la redditività del progetto: sole e vento sono gratuiti.

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Per quanto riguarda le fonti fossili, invece, il discorso è inverso: la costruzione di una centrale elettrica a gas naturale è relativamente più economica, mentre i costi veri e propri arrivano in un secondo momento con l'acquisto della materia prima.

Così, di fronte alle difficoltà, la società danese Orsted ha cancellato due grandi impianti eolici previsti al largo del New Jersey. E l'azienda svedese Vattenfall ha sospeso un progetto offshore nel Regno Unito.

Pale eoliche a Sprakebuell
Pale eoliche a SprakebuellAP Photo/Frank Molter

L'indice S&P Global Clean Energy, che quota le azioni di società che operano nel settore dell'energia pulita, è sceso del 26% nell'ultimo anno, in controtendenza con altri indici di mercato, che hanno segnato dei record. Negli Stati Uniti, l'aumento dei tassi ha rappresentato un grave "ostacolo" per alcuni progetti rinnovabili, ha spiegato David Shepheard, esperto di energia e utilities in America settentrionale presso la società di consulenza globale Baringa. "I rendimenti sono compressi nell'attuale contesto". La speranza è che si traduca in realtà ciò che molti analisti immaginano: ovvero che la Federal Reserve possa operare tre tagli ai tassi nel corso dell'anno.

A pesare però ci sono anche i requisiti imposti dalle autorità americane per concedere sovvenzioni, il che contribuisce ai ritardare l'esecuzione di alcuni progetti. 

Quando ho una quota, è un bel rumore e una bella vista".

Nell'Africa subsahariana, dove metà della popolazione non ha accesso all'energia elettrica, i progetti rinnovabili devono scontrarsi con problemi ancor più complessi per quanto riguarda i finanziamenti. La grande presenza di irraggiamento solare rende, ovviamente, il fotovoltaico l'opzione più interessante. Eppure, gli 1,2 miliardi di abitanti dell'Africa possono godere soltanto di un quinto dell'energia solare prodotta da un nazione con un clima ben meno adatto come la Germania. 

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Inoltre, in Africa i contributi governativi sono spesso incerti a causa degli sconvolgimenti politici e dell'indebitamento dei governi. In Nigeria, dove i blackout rappresentano la quotidianità per circa la metà dei 213 milioni di abitanti del Paese, circa 14 progetti solari si sono arenati proprio per ragioni finanziarie. Il governo si è mostrato cauto nei confronti delle garanzie sui crediti concesse dalla Banca Mondiale, che renderebbero i progetti teoricamente "bancabili". 

Ma senza di esse, "nessuno finanzierà un progetto che poggia un sussidio governativo", ha dichiarato Edu Okeke, amministratore delegato della società energetica Azura, una delle aziende interessate al progetto solare Nova nello Stato settentrionale nigeriano di Katsina.

La risposta può essere quella di aumentare il prezzo dell'elettricità, come ha fatto il governo tedesco lo scorso anno (nella nazione europea si è registrato un +25%). Il che potrebbe aiutare a garantire i finanziamenti. Un'altra soluzione è rappresentata da tassi di interesse agevolati o garanzie di credito concesse da Paesi sviluppati per aiutare le nazioni più povere a contribuire a mitigare i cambiamenti climatici.

Ma soprattutto, l'indicazione proveniente dall'esperienza di Sprakebuell è che quando gli impianti sono di proprietà della comunità locale, molti dei problemi vengono vengono facilmente superati, compresi quelli di natura estetica o di rischi di fastidi dal punto di vista acustico: "Quando si possiede una quota di partecipazione - sostiene Andresen - il rumore diventa piacevole e la vista un bel panorama".

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