Favignana e Lampedusa, isole verdi grazie a energie rinnovabili e blockchain

In collaborazione con The European Commission
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Di Aurora Velez
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Le due isole siciliane stanno sperimentando microgriglie energetiche in cui tutti gli utenti possono sfruttare e restituire energia alla rete a seconda dei momenti e delle necessità grazie a BloRin, un sistema sicuro di trasferimento dati tra utenti senza intermediari

Lampedusa e Favignana stanno sperimentando "microgriglie" energetiche basate sulle energie rinnovabili e sulla tecnologia blockchain. Sea, la centrale elettrica di Favignana, è tra le aziende coinvolte in questo progetto innovativo in cui non c'è più la distinzione tra consumatori e produttori di energia. 

Tutti i partecipanti sono "prosumer", in quanto in grado di sfruttare e restituire energia alla rete a seconda dei momenti e delle necessità grazie a BloRin, un sistema sicuro di trasferimento dati tra utenti senza intermediari. Una blockchain come quella utilizzata per le criptovalute. Ma come funziona?

"Se io faccio parte della blockchain - spiega Vincenzo Tenerello, responsabile della distribuzione - l'energia che riesco a produrre grazie ai pannelli fotovoltaici e che non utilizzo, posso metterla in vendita in rete e posso darla al mio vicino di casa o a qualcuno che appartiene alla stessa blockchain. Più siamo e più risparmiamo".

Quindici privati stanno testando questo modello. Un team di ricercatori dell'università di Palermo ha iniziato a sviluppare il progetto nel 2017. Eleonora Riva, responabile del progetto, ci mostra il prototipo da cui hanno sviluppato il loro contatore elettrico. Il modello garantisce, come nella blokchain, massima trasparenza nel processo di consumo, gestione e coordinamento con i distributori di energia.

"Usiamo un sistema di gestione dell'energia- dice Riva -. Misura l'energia elettrica che entra ed esce dalla casa. Questa misurazione viene poi trasmessa alla piattaforma blockchain per la registrazione e la certificazione".

Il budget totale per BloRin è di quasi 2 milioni di euro, di cui l'86,69% (1.733.310) finanziato dalla Politica di Coesione e il restante 13,31% dalle quattro aziende energetiche associate al progetto: Sea; Selis, gestore del sistema di distribuzione di Lampedusa; Exalto, una società di servizi energetici e innovazione; Regalgrid, una società di tecnologie energetiche.

L'Ict (tecnologia dell'informazione e della comunicazione) è uno degli elementi chiave di BloRin. Grazie a un'app, gli utenti sanno in tempo reale quanta energia viene prodotta e di quanta ne ha bisogno la rete. "In alcuni casi l'energia non deve fluire dalla rete all'auto, ma viceversa - dice Pierluigi Gallo, responsabile Ict di BloRin -. Si tratta di qualcosa di estremamente nuovo. Quindi, abbiamo bisogno di stazioni di ricarica bidirezionali".

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