Camion a energia solare: una risposta alla decarbonizzazione del trasporto merci?

Questo è il primo camion ibrido solare al mondo.
Questo è il primo camion ibrido solare al mondo. Diritti d'autore Scania
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Di Hannah Brown
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il produttore svedese Scania ha sviluppato un rimorchio per autotrasporti dotato di pannelli solari che potrebbe decarbonizzare i camion esistenti

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I trasporti in Europa sono responsabili di circa il 25% delle emissioni di anidride carbonica del continente. Una parte significativa di queste emissioni proviene dai mezzi di trasporto pesanti. Il trasporto merci è fondamentale per rifornire negozi e supermercati, ma come possiamo ridurne l'impatto ambientale?

Euronews Green ha parlato con il produttore svedese di veicoli Scania per saperne di più sul suo tentativo di risolvere questo problema.

Decarbonizzare il parco veicoli

Un camion prodotto oggi dura circa 15-20 anni, il che significa che in Europa circolano molti camion piuttosto vecchi. Sarebbe praticamente impossibile e poco pratico, per una serie di ragioni, togliere dalla strada tutti i vecchi veicoli e sostituirli con quelli più nuovi ed efficienti.

"Stiamo esplorando ogni tipo di opzione e quella dei camion a energia solare è una di queste - spiega a Euronews Eric Falkgrim, responsabile della tecnologia per la progettazione dei veicoli di Scania -. Per me, personalmente, si tratta soprattutto pensare ai camion elettrici a batteria che abbiamo oggi: 10-15 anni fa erano troppo costosi, ma con l'aumento della densità energetica e la riduzione dei costi, tutto d'un tratto è diventato interessante. Se l'efficienza aumenta e i costi continuano a diminuire, a un certo punto ne varrà la pena. Ed è questo che stiamo cercando di esplorare".

Come funziona un camion ibrido solare?

Un autocarro ha due parti: la "motrice" anteriore e il "rimorchio" posteriore. Scania, in collaborazione con l'Università di Uppsala, ha sviluppato un rimorchio ricoperto di pannelli solari. Il vantaggio è che può essere collegato a una motrice ibrida e può agire come una batteria supplementare. Può immagazzinare circa 200 kilowattora di energia, circa il triplo della motrice.

"Inoltre è possibile avere una ricarica dinamica se c'è il sole - dice Eric -. Quindi la ricarica avviene durante la guida: è il grande vantaggio di avere i pannelli sul camion, piuttosto che sul ciglio della strada".

L'aspetto che il team di Eric sta ancora cercando di perfezionare è far sì che il rimorchio coperto di pannelli solari agisca essenzialmente come un veicolo elettrico ad alimentazione indipendente. Ciò significa che potrebbe essere collegato sia a una vecchia motrice a combustione sia a una moderna motrice ibrida.

I dati preliminari ottenuti dalla sperimentazione di un rimorchio solare con un motore a combustione suggeriscono che potrebbe ridurre il consumo di carburante di circa il 40%.

Quando vedremo i camion ibridi solari su strada?

I camion ibridi solari sono attualmente in fase di test sulle strade svedesi e continueranno ad esserlo fino al 2024. Potrebbe sembrare una scelta strana quella di testare un prodotto a energia solare in un Paese che riceve pochissimo sole in inverno, ma Eric spiega che "l'idea è che, se funziona qui in Svezia, funzionerà ovunque. In Spagna, in Australia o in un altro posto dove c'è molto più sole, ovviamente si otterranno molti più benefici".

Per Eric una delle sfide principali in questo processo è stata la ricerca di pannelli solari adatti. "La maggior parte dei pannelli sono fatti per le case, giusto? Quindi sono costruiti per essere collocati su case statiche - spiega Eric -. Il problema è che nel settore automobilistico sono esposti alla sporcizia, al sudiciume, persino ai rami che ne raschiano i lati. C'è anche la vibrazione creata dal rombo dei camion. Quindi abbiamo usato pannelli molto leggeri e resistenti".

"Ma oltre a questo - aggiunge Eric - è necessario anche avere alcune caratteristiche di sicurezza che, in caso di incidente, non mandino in cortocircuito i pannelli, in modo che i servizi di emergenza non siano esposti ad alte tensioni. Penso che questi aspetti debbano essere presi in considerazione per un'espansione di questo tipo di tecnologia".

Video editor • Joanna Adhem

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