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Eurovision, Nemo contro la sentenza britannica: “Attacco ai diritti delle persone transgender"

Nemo si schiera a favore dei diritti dei transgender
Nemo si schiera a favore dei diritti dei transgender Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di David Mouriquand
Pubblicato il
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Nemo, primo vincitore non binario dell’Eurovision, si schiera contro la sentenza della Corte Suprema del Regno Unito che esclude le donne transgender dagli spazi monosessuali. “È un attacco alla nostra dignità”

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Dopo la sentenza unanime della Corte Suprema del Regno Unito, che stabilisce che le donne transgender non sono legalmente considerate donne ai sensi dell’Equalities Act, la reazione del mondo Lgbtq+ non si è fatta attendere.

In prima linea c’è Nemo, artista svizzero e primo vincitore non binario dell’Eurovision Song Contest, che ha definito la decisione un vero e proprio “attacco ai diritti delle persone trans+”. La sentenza – emessa all’inizio del mese – autorizza l’esclusione delle donne trans da spazi monosessuali come bagni pubblici, reparti ospedalieri e squadre sportive, anche nel caso in cui abbiano ottenuto un certificato di riconoscimento di genere (Grc).

Attraverso i propri canali social, Nemo ha lanciato un appello alla cittadinanza britannica affinché si mobiliti contattando i propri parlamentari per protestare contro una decisione che, secondo l’artista, avrà un impatto devastante sulla comunità trans e non binaria. “Difendere ciò in cui credo è parte del mio lavoro, della mia visibilità pubblica. Non posso tacere davanti a qualcosa che mina la possibilità di vivere liberamente la propria identità”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’Associated Press.

Nemo
Nemo AP Photo

“Un momento difficile per chi cerca solo di vivere in pace”

Nemo ha descritto come profondamente dolorosa la situazione attuale nel Regno Unito, sottolineando il disagio vissuto da moltissime persone trans e queer che vogliono solo essere sé stesse senza doversi nascondere. “È un momento molto difficile dal punto di vista emotivo. C’è tanta resistenza contro qualcosa che non dovrebbe nemmeno essere oggetto di discussione: il diritto a esistere”. Nonostante questo, l’artista si è detto speranzoso: “Le cose spesso peggiorano prima di migliorare. Ho fiducia nel fatto che la società stia andando nella direzione giusta”.

Nemo
Nemo AP Photo

La comunità scientifica e legale contro la sentenza

La decisione della Corte Suprema ha suscitato un’ondata di reazioni da parte di attivisti, medici e giuristi. Se la corte ha specificato che le persone transgender rimangono protette dalla discriminazione in senso lato, il fatto di essere escluse dagli spazi monosessuali è stato interpretato da molti come una limitazione concreta dei diritti fondamentali.

La British Medical Association, che rappresenta i medici del Regno Unito, ha definito la sentenza “scientificamente analfabeta” e “biologicamente insensata”, affermando che la divisione binaria tra sesso e genere non ha alcun fondamento medico. La mancanza di una prospettiva inclusiva avrebbe, secondo molti professionisti, un effetto dannoso per la salute mentale e fisica delle persone trans e non conformi al genere.

Manifestanti contro la sentenza britannica
Manifestanti contro la sentenza britannica AP Photo

La prima giudice transgender del Regno Unito porta il caso a Strasburgo

Una delle reazioni più significative è arrivata da Victoria McCloud, prima giudice apertamente transgender del Regno Unito, che ha annunciato la sua intenzione di portare il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. McCloud ha definito la sentenza “una violazione dei diritti umani” e ha denunciato la totale assenza di rappresentanza delle persone trans nel processo giudiziario.

In un’intervista al Guardian, McCloud ha evidenziato che le argomentazioni sulle implicazioni reali della sentenza per la vita quotidiana delle persone transgender non sono mai state prese in considerazione. “La Corte Suprema non ha voluto ascoltarci. Non ha tenuto conto dell’impatto sulle persone disabili, sulle donne trans, né sulle conseguenze sociali più ampie. Anziché chiarezza, questa decisione ha generato solo confusione e caos”.

Una sentenza che accende il dibattito in tutta Europa

Il caso sta sollevando forti reazioni anche oltre i confini britannici, alimentando un dibattito sempre più acceso sul significato di “donna” in termini legali e sulla validità della tutela delle minoranze di genere. Le parole di Nemo si inseriscono in un contesto più ampio di resistenza culturale e sociale contro il rollback dei diritti LGBTQ+, in un momento storico segnato da polarizzazioni, attacchi legislativi e tentativi di ridurre la visibilità delle persone queer.

Mentre le organizzazioni per i diritti civili si preparano a nuove battaglie legali e sociali, la voce di personaggi pubblici come Nemo resta cruciale nel dare visibilità e dignità a chi oggi si sente escluso dalle tutele garantite dalla legge. Concludendo il suo appello, Nemo ha ribadito: “Non voglio solo cantare, voglio cambiare le cose. Per me e per tutti quelli che vengono ignorati o cancellati”.

Video editor • Theo Farrant

Risorse addizionali per questo articolo • AP, Guardian

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