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Brian Molko dei Placebo è stato accusato di diffamazione in Italia per avere chiamato Meloni "fascista"

Brian Molko della band alternative rock Placebo si esibisce sul palco principale durante la 46ª edizione del Paleo Festival a Nyon, in Svizzera, venerdì 21 luglio 2023.
Brian Molko della band alternative rock Placebo si esibisce sul palco principale durante la 46ª edizione del Paleo Festival a Nyon, in Svizzera, venerdì 21 luglio 2023. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Jonny Walfisz
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il cantante dei Placebo aveva definito "fascista e razzista" la premier durante un concerto nel luglio 2023 a Torino

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Il cantante e chitarrista dei Placebo, Brian Molko, è stato accusato di diffamazione dallo Stato italiano dopo aver definito la premier Giorgia Meloni "pezzo di merda, fascista, razzista" in un concerto del 2023.

Il 52enne scozzese-americano si era esibito con la sua band al Sonic Park Festival di Torino davanti a 5mila persone, definendo Meloni oltretutto "nazista".

All'epoca in carica da quasi un anno, Meloni aveva querelato il frontman dei Placebo e la procura di Torino aveva aperto un'indagine su di lui per "vilipendio delle istituzioni".

Ora il ministero della Giustizia italiano ha approvato la richiesta dei pubblici ministeri e accusato Molko di diffamazione e oltraggio.

I reati di diffamazione in Italia possono portare a pene detentive, ma è molto probabile che Molko si ritrovi con una multa di 5mila euro se gli addebiti venissero confermati.

"Non possiamo permettere che un evento internazionale che attira così tante persone venga rovinato da parole sconce che, nel silenzio generale, mirano ad attaccare le istituzioni della Repubblica", ha dichiarato alla stampa il politico di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli.

Meloni, una lunga storia di querele

Non è la prima volta che la Meloni querela un personaggio della cultura per diffamazione. L'anno scorso, un giudice nazionale ha ordinato a Roberto Saviano di pagare un multa per avere deriso la premier sui social media.

Lo scrittore e giornalsta, autore di Gomorra, è stato giudicato colpevole in un processo per i commenti fatti sulla Meloni in merito alla sua posizione sull'immigrazione.

Non sempre il governo della Meloni ha avuto la meglio. L'anno scorso, un giudice ha respinto una causa contro Donatella Di Cesare, docente di filosofia all'Università Sapienza di Roma, dopo che questa aveva criticato in televisioni le dichiarazioni del cognato della premier, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, sul rischio di "sostituzione etnica" in Italia.

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