Una bella personalità, un'artista versatile e affascinante: Anoushka Shankar - ispirata dal celebre padre, Ravu Shankar - gira il mondo suonando il sitar, il tipico strumento dell'India. L'abbiamo incontrata durante il suo concerto all'Auditorium di Lione.
LIONE (FRANCIA) - L'India non è mai stata così vicina, anche dal punto di vista emozionale.
Suoni ipnotici risuonano, infatti, dal sitar di Anoushka Shankar.
La versatile artista indiana, 38 anni, ha recentemente eseguito all'Auditorium di Lione il Concerto per sitar n. 2, accompagnata dall'Orchestre National de Lyon.
Ha presentato i brani del suo repertorio e del suo nuovo disco "Love Letters".
Nel nome del padre (ma non solo)
Composto dal padre Ravi Shankar, il leggendario suonatore di sitar, scomparso nel 2012 a 92 anni, il Concerto per sitar n. 2 unisce la tradizione classica indiana e la musica occidentale.
Questione di... Raga
Il concerto, eseguito per la prima volta nel 1981, si chiama "Raga-Mala" (è anche il titolo dell'autobiografia di Ravi Shankar).
I Raga sono modelli melodici tradizionali indiani che costituiscono la base di composizioni strumentali e di improvvisazioni.
"I Raga hanno dei personaggi, hanno dei sentimenti, hanno delle associazioni. E così tutti questi Raga hanno molte sfumature", spiega Anouskha Shankar.
"Ci sono momenti della giornata, anche nelle diverse stagioni, che possono essere associati a differenti Raga, a seconda delle loro vibrazioni e sensazioni".
Anouskha Shankar ci presenta il suo sitar preferito, costruito su misura per lei.
"Il mio sitar preferito, un po' più piccolo..."
"È diventato un po' più piccolo alla base, poi altri sitar sono stati un po' ridotti per agevolare il mio corpo. Io e il sitar ci sedevamo sul pavimento e trovavo che molte parti della base fossero comunque troppo grandi per me... Così ho chiesto che il sitar fosse della mia taglia... Secondo me è bellissimo averlo reso un po' più piccolo, perchè dà un tono molto leggero, luminoso, bello, dolce, un tono che amo molto".
"Ho aggiunto un po' più della musica folk indiana..."
"Il mio nuovo disco comprende un po' di più della musica folk dell'India che mio padre amava molto", riprende Anouskha Shankar.
"Così si sentono, per esempio, ritornelli che evocano il Kashmir o il Rajasthan, come tutte le diverse musiche popolari di tutta l'India. E poi, allo stesso tempo, si fa anche molta improvvisazione con il sitar".
"Those words" è un brano che fa parte del nuovo disco di Anouskha Shankar.
"Voglio scoprire chi sono quando compongo musica"
Anoushka Shankar, che è anche compositrice e produttrice, ha trovato il suo percorso, davvero unico.
"Non solo ho imparato da mio padre, sono andata in tour con lui, ho suonato con lui!
E così quando ho iniziato a scrivere da sola, è stata una decisione molto consapevole, volevo scoprire chi sono quando compongo musica".
"Quando sono ispirata, qualcosa di buono uscirà"
Sulla sua formazione musicale, Anouskha ammette di aver voluto sempre come termine di paragone il livello artistico molto alto raggiunto dal padre.
"Credo di essere stata una vera perfezionista nella formazione e per lo standard della musica di mio padre. Potevo evitare di correre rischi, ma ho voluto farlo... Era qualcosa che dovevo davvero fare, per migliorarmi.
Penso che la cosa più bella dell'ispirazione sia che quando le idee arrivano da sole: quindi mi siedo a suonare", sorride Anouskha, "e ho fiducia che qualcosa di buono uscirà.
E che a mio padre piacerà".
Bonus
Il viaggio personale di Anouskha Shankar nel suo nuovo album.
Buon ascolto!
Anouskha Shanker - feat. Ibeyi: "Lovable"
Anouskha Shanker - feat. Alev Lenz: "Bright Eyes"
Link utili
Sito personale di Anouskha Shanker
L'Auditorium "Maurice Ravel" di Lione
"Making of"
Quando è possibile, è sempre bellissimo vedere il "dietro le quinte" di un'intervista.
In questa foto, siamo negli ultimi momenti di preparazione dell'intervista a Anouskha Shanker.
"Social Backstage"
Katharina Rabillon, la conduttrice del programma "Musica", è una delle giornaliste più social di Euronews. Ecco, dunque, puntualmente, il suo tweet sul concerto di Anouskha Shanker all'Auditorium di Lione.