"Orfeo all'inferno" di Kosky: "Pirotecniche vocali e visive al Festival di Salisburgo"

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Di Andrea Buring
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La pièce di Offenbach in programma sino al 30 agosto

La mitologia greca incontra il cancan: questo è "Orfeo all'inferno" di Jacques Offenbach, una parodia perfetta dell'antichità classica. Al Festival di Salisburgo, il direttore Barrie Kosky reinventa la famosa operetta, nel duecentesimo anniversario della nascita di Offenbach, in una produzione sfrontata e audace che fa scalpore proprio come l'originale del 1858.

Composta da Offenbach su libretto di Hector Crèmieux e Ludovic Halèvy, l’opera riprende - in chiave comico-satirica - la vicenda mitologica della discesa di Orfeo agli Inferi per riportare in vita l’amata Euridice. Al centro della satira di Offenbach non c'è però solo il classicismo settecentesco: la pièce si prende gioco soprattutto della società parigina del secondo Impero.

Satira e 'joie de vivre' nell'Orfeo di Offenbach

"È così in anticipo sui tempi: è la liberazione sessuale, la santità del matrimonio. Ed è quasi una canzonatura - dice il tenore Joel Prieto - ad esempio, la prima scena tra Euridice e Orfeo è una lotta nell'ambito di un matrimonio che è rovinato. Si odiano a vicenda".

Invece di morire e attendere di essere riportata in vita, come nel mito, l'Euridice di Offenbach vuole scegliere il suo destino....e i suoi amanti: "C'è questo sentimento di liberazione in lei, che è irresistibile - commenta il soprano Kathryn Lewek - Ed è così pensando, in particolare, al femminismo nel 2019. È una lotta continua, ma nel 1858, naturalmente, questo era un concetto completamente nuovo".​

Teatro e musica sono strettamente legati in questa produzione, a un ritmo molto elevato che mette a dura prova anche la resistenza degli interpreti: "La sfida più grande - racconta Lewek - è l'atletismo con cui affrontare l'interpretazione. Voglio dire, la maggior parte delle volte esco dal palco e sto ansimando e sudando. E poi bisogna tornare fuori e mantenere quell'energia per tutta la durata dello spettacolo: è la sfida più grande".

Per lo spettatore, l'Orfeo di Offenbach è un assaggio della 'joie de vivre' di un'epoca indimenticata. L'approccio è sincretico: musiche in francese; suoni, voci dei personaggi e onomatopee rese da una voce narrante tedesca. A livello emozionale, per Prieto è "una commedia a tratti scomoda.

È uno spettacolo durante il quale, dall'inizio alla fine, non vuoi neppure sbattere le palpebre, per non perdere niente
Joel Prieto, tenore, in "Orfeo all'inferno"

Il gran finale 'pirotecnico' con il cancan

Nel finale, il brano più famoso di Offenbach, lo scatenato galop che - fra alzate di gonne e giocose rivelazioni - ha scandalizzato e acceso la fantasia del pubblico di fine Ottocento: "Musicalmente, dovrei dire che la mia parte preferita è la fine - ammette il soprano Lewek - Euridice vive un momento liberatorio in cui gioca con questi ragazzi ballerini ed è un'esplosione pirotecnica, sia visiva che vocale. E poi, naturalmente, c'è il cancan, che è così iconico ed è incredibile sentirlo effettivamente sul palco e sentire da dove ha avuto origine nelle trame della pièce".

I protagonisti al Festival di Salisburgo di "Orfeo all'inferno"

L'ausiraliano Barrie Kosky è il direttore e direttore artistico della Komische Oper di Berlino. Per il successo delle sue produzioni è chiamato anche "Operettenkönig", re dell'operetta.

Il tenore Joel Prieto dalla Spagna e il soprano Kathryn Lewek dagli Stati Uniti hanno debuttato entrambi nei ruoli di Orfeo ed Euridice. Sono entrambi vincitori di Operalia. L'orchestra di questa produzione è la famosa Filarmonica di Vienna

Con il gentile supporto dell'Arcotel Castellani di Salisburgo.

_https://www.arcotelhotels.com/en/castellani\_hotel\_salzburg/_

https://www.salzburgerfestspiele.at/en/p/orphee-aux-enfers#tickets

https://www.kathrynlewek.com/

https://joelprieto.com/about/

https://www.komische-oper-berlin.de/en/about-us/ensemble/barrie-kosky/

Journalist • Andrea Buring

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