Intitolato al maestro von Karajan, il concorso ha visto partecipare 300 candidati. Di questi, otto sono stati selezionati per le semifinali
Un concorso unico per aspiranti direttori d'orchestra: il premio Herbert von Karajan per giovani musicisti. A Salisburgo otto promettenti talenti si contendono un posto in finale.
Sono numerose le caratteristiche che deve poter vantare chi spera, un giorno, di fare della direzione d'orchestra un mestiere. "Un buon direttore d'orchestra non può che essere molto carismatico e avere la capacità di coinvolgere tutti", spiega uno dei candidati, Tobias Wögerer. Ma in fin dei conti si tratta di una gara, e "quando sei in competizione, quello che conta di più è mostrare i tuoi punti di forza", osserva Anna Handler, anche lei tra gli otto giovani musicisti che sono stati selezionati e che sono stati esaminati dalla giuria.
"Il lavoro dei miei sogni"
"Dirigere un’orchestra è il lavoro dei miei sogni perché da un lato è una vocazione, dall’altro una professione. È qualcosa che ti accompagna per tutta la vita. Non hai mai finito di imparare. Si impara sempre qualcosa in più", prosegue Wögerer. Lui ha cominciato suonando il violoncello, ma ha scoperto la sua passione per la direzione quando ancora era alle scuole superiori. Così, all’epoca, iniziò dirigendo il coro e l'orchestra della scuola.
“Devi trovare un po' di gente folle all'inizio che dica: "Ok, ti faccio provare, e poi potrai eventualmente buttarti. Dirigere è qualcosa che impari, è proprio come uno strumento: hai bisogno di esercitarti per migliorare ulteriormente. Nella direzione d’orchestra lo strumento è proprio l’orchestra”, aggiunge il musicista. Che ammette: "Il festival è sempre stato nei miei pensieri, ma perché so che è un concorso molto speciale ed è proprio per questo che ho preferito non partecipare troppo presto".
Otto candidati scelti tra 300 giovani talenti di tutto il mondo
Come lui, anche Hankyeol Yoon spiega di aver esitato in passato: "Ovviamente, se parliamo del Festival di Salisburgo, non c’è niente di meglio. Ho sempre desiderato partecipare, ma ho sempre pensato che probabilmente non ero ancora pronto".
Tobias, Anna e Hankyeol sono stati scelti tra oltre 300 giovani talenti di tutto il mondo. Hanno tra 21 e 35 anni. Vincere questo premio significa vedersi aprire le porte delle più grandi orchestre. E magari diventare famosi come delle rockstar. Anche per il solo fatto di aver vinto un premio intitolato ad uno dei direttori più influenti della storia del Ventesimo secolo: dopo Mozart, il figlio più impotante della città di Salisburgo.
Ma cosa deve fare, concretamente, un direttore d'orchestra per avere abbastanza carisma da convincere tutti i musicisti a seguirlo? Esiste una serie di gesti che danno delle indicazioni a chi suona. Alcuni effettuati con la mano destra, altri con la sinistra. E a volte con l'aiuto di una bacchetta, per agevolare i musicisti e permettere loro di seguire più facilmente il direttore.
Una giuria ha scelto i candidati che parteciperanno alla finale
Per quanto riguarda il concorso, il talento dei giovani viene valutato da una giuria. Chi ne fa parte, si immerge direttamente, senza incontrare prima i musicisti. Dai classici di Mozart, Beethoven e Schubert alla musica moderna di Schönberg. Per i candidati la posta in gioco è alta, e anche la tensione. Hanno solo pochi minuti per eseguire la loro performance e convincere la giuria.
"C’è sempre grande pressione - racconta Wögerer- anche se hai tre ore per provare. È soprattutto una questione di sensazione, di sensazione spontanea. Naturalmente ti prepari nel miglior modo possibile, con tutte le idee su come esprimere qualcosa, su come vuoi comunicare con l'orchestra. Ma alla fine il come viene deciso solo spontaneamente, al momento".
Anche per i musicisti dell'orchestra si tratta di un'esperienza interessante: "Capiamo immediatamente se un direttore d'orchestra ha talento osservando quanto è chiaro, quanto è in grado di esprimere con un solo semplice gesto. Il lato artistico invece è molto più difficile da descrivere e giudicare ed è anche molto più soggettivo".