Vent'anni dopo a Sarajevo, "Le Vie dell"Amicizia" hanno raggiunto l'Iran
Vent’anni dopo il primo viaggio a Sarajevo de Le Vie dell’Amicizia, la XXVIII edizione del Festival ha raggiunto l’Iran : da Ravenna è partita la “missione” che ha portato oltre 200 musicisti italiani e iraniani a esibirsi presso la Vahdat Hall di Tehran il 6 luglio, con un programma interamente dedicato a Giuseppe Verdi e quindi nella spendida cornice di Ravenna. Il Maestro Muti si racconta come è nato questo straordinario progetto.
Musica, sinonimo di pace e fratellanza
“Abbiamo iniziato il progetto de “Le Strade di Amicizia” 20 anni fa a Sarajevo. Eravamo tutti commossi dalla tragedia della guerra e abbiamo voluto portare un segno di fratellanza, di pace, d’amore e amicizia. E la musica era il modo migliore: in una città ancora distrutta dalle bombe, al concerto sono arrivate 9.000 persone, il messaggio era: quando si comunicano i veri sentimenti, e la musica è espressione di sentimenti, tutti i malintesi spariscono. Le parole possono essere fraintese. La musica no. Quel primo concerto ci ha incoraggiati a fare ogni anno altri concerti
per l’amicizia.”
“Oggi sono Direttore dell’Orchestra Sinfonica di Chicago, e come tutti sanno che le relazione tra gli Stati Uniti e l’Iran sono delle migliori, pochi mesi fa ero in Israele e sappiamo che anche tra l’Iran e Israele i rapporti non sono buoni, ma non mi interessa, sono andato in Israele con grande amore e grande ammirazione per il popolo israeliano. Così come sono andato a Teheran la stessa ammirazione e l’amore per il popolo iraniano.
“I musicisti iraniani non eseguivano opere di Verdi da decenni, quindi questo compositore universale per loro era quasi un’entità sconosciuta in quel paese. Ma i musicisti iraniani hanno subito compreso il nostro messaggio, il nostro stile e le due orchestre sono diventate immediatamente un’unica cosa.”
Muti to celebrate Israel Philharmonic 80yrs after the concert of another great Italian: Toscanini. 2 great conductors, 1 great orchestra. https://t.co/96kz9Ig7kz
— Francesco M. Talo' (@francescom_talo) 13 décembre 2016