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Washington all'Ue: "Meno rigidità sulle regole digitali o niente taglio dei dazi”

Un addetto alla movimentazione del metallo fuso nell'acciaieria Thyssenkrupp di Duisburg, Germania, 27 aprile 2018.
Un addetto alla movimentazione del metallo fuso nell'acciaieria Thyssenkrupp di Duisburg, Germania, 27 aprile 2018. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Peggy Corlin
Pubblicato il
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Gli Stati Uniti spingono per un'applicazione più morbida delle norme digitali in cambio di sgravi tariffari agli europei dopo l'incontro di Bruxelles con Greer e Lutnick

Gli Stati Uniti sono disposti a rivedere i pesanti dazi sull’acciaio e sull’alluminio europei, ma solo a condizione che Bruxelles alleggerisca l’applicazione delle proprie norme digitali. È quanto dichiarato dal Segretario al Commercio Usa Howard Lutnick dopo un incontro con i ministri europei tenutosi lunedì a Bruxelles.

Lutnick, stretto alleato del presidente Donald Trump e negoziatore dell’accordo commerciale estivo che ha introdotto tariffe del 15 per cento su vari prodotti, ha affermato che l’Ue dovrebbe rendere “più equilibrata” l’applicazione delle sue regole digitali, senza necessariamente eliminarle.

Secondo Washington, l’attuale interpretazione di norme come il Digital market act (Dma) e il Digital services act (Dsa) penalizzerebbe in modo eccessivo le grandi aziende tecnologiche statunitensi.

La questione è particolarmente urgente per Bruxelles, che punta a ottenere una riduzione dei dazi del 50 per cento imposti dall’amministrazione Trump a giugno sull’industria europea dell’acciaio e dell’alluminio. “Gli Stati Uniti vogliono un’applicazione più equilibrata delle regole digitali. Se ciò accadrà, affronteremo insieme la questione delle tariffe”, ha dichiarato Lutnick, sottolineando che, dal punto di vista americano, “l’applicazione delle norme è a volte piuttosto aggressiva”.

Incontro ad alta tensione

Lutnick e il rappresentante commerciale Jamieson Greer hanno incontrato i ministri del commercio dei 27 Stati membri dell’Ue e il vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič. Fonti diplomatiche europee descrivono la riunione come “aperta e diretta”, concentrata sull’attuazione dell’accordo commerciale siglato la scorsa estate.

Nonostante l’intesa di luglio, che prevedeva un azzeramento delle tariffe europee su molti prodotti industriali statunitensi, le tariffe Usa sull’acciaio e sull’alluminio europeo sono rimaste al 50 per cento, diventando uno dei principali nodi irrisolti del dialogo transatlantico.

Il confronto sulla regolamentazione digitale ha occupato gran parte delle discussioni. Lutnick e Greer hanno incontrato anche la commissaria europea per le tecnologie, Henna Virkkunen, che ha ribadito l’importanza del Dma e del Dsa come strumenti fondamentali per un mercato digitale equo e trasparente nell’Ue. La Commissione, al momento, non sembra intenzionata a mitigare ulteriormente la normativa.

La difesa di Bruxelles: “Regole uguali per tutti”

Šefčovič ha replicato alle critiche statunitensi sottolineando che le norme europee si applicano indistintamente a tutte le aziende, indipendentemente dal Paese d’origine, e che non esistono pratiche discriminatorie. “Stiamo lavorando per spiegare la nostra legislazione agli Stati Uniti, ma le regole valgono per chiunque operi nel mercato unico”, ha affermato.

Gli Stati Uniti, tuttavia, insistono che l’impatto sulle Big Tech americane sia sproporzionato. Greer ha ribadito che Washington non accetterà che “i ricavi globali delle aziende statunitensi siano colpiti da regole straniere”, mantenendo un tono fermo nei confronti dell’UE.

Indagini e sanzioni aumentano le tensioni

La pressione sul fronte digitale continua a crescere. Bruxelles ha recentemente aperto indagini nei confronti di Amazon e Microsoft nell’ambito del Dma, che limita l’abuso di posizione dominante da parte dei grandi operatori tecnologici. Inoltre, la Commissione ha multato Google per 2,95 miliardi di euro per violazione delle norme antitrust.

Un contesto che rende ancora più complesso il negoziato sui dazi, destinato a restare uno dei dossier più delicati delle relazioni commerciali tra Ue e Stati Uniti nei prossimi mesi.

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