Trump ha annunciato una serie di accordi commerciali per rispondere alle critiche sull'aumento dei prezzi dei beni alimentari
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato accordi con El Salvador, Argentina, Ecuador e Guatemala in quello che i media statunitensi descrivono come un tentativo di ridurre i prezzi dei generi alimentari a livello nazionale, mentre è sotto il fuoco dei repubblicani e dall'opposizione per non aver mantenuto una promessa chiave della campagna elettorale.
La Casa Bianca: "Accordi commerciali rivoluzionari"
Secondo una nota della Casa Bianca, l'amministrazione sta preparando "accordi commerciali rivoluzionari con El Salvador, Argentina, Ecuador e Guatemala, che consentiranno un accesso al mercato più ampio e semplificato in alcuni dei partner strategici più importanti per l'America nell'emisfero occidentale".
I funzionari sostengono che gli accordi rafforzeranno le catene di approvvigionamento e i partenariati commerciali, mentre Washington cerca di ampliare l'accesso ai mercati dell'America centrale e meridionale.
Alcune delle critiche più aspre sui prezzi persistentemente alti dei generi alimentari negli Stati Uniti provengono ora proprio dall'interno del partito di Trump. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha apertamente contraddetto le affermazioni del presidente secondo cui i prezzi del cibo sarebbero in calo.
La sua rottura pubblica con Trump ha evidenziato un disagio ampio tra i conservatori, preoccupati che gli elettori non avvertano il sollievo promesso, nonostante i tentativi della Casa Bianca di indicare nuovi accordi commerciali come prova che l'amministrazione sta affrontando il problema del costo della vita.
Prezzi di carne, pesce e uova aumentati del 5,2 per cento anno su anno
I democratici, invece, accusano invece Trump di negare semplicemente i dati, dal momento che le cifre ufficiali mostrano che i prezzi dei generi alimentari continuano a crescere. L'Ufficio per le statistiche sul lavoro degli Stati Uniti riferisce che i prezzi dei prodotti alimentari sono cresciuti del 2,7 per cento, nel mese di settembre di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2024. In particolare, carne bovina, pollame, pesce e uova risultano aumentati del 5,2 per cento, mentre le bevande non alcoliche del 5,3 per cento.
Contrariamente alle affermazioni di Trump, secondo cui solo la carne bovina sarebbe diventata più cara, sono decine i prodotti alimentari di base il cui prezzo è aumentato nell'ultimo anno. I democratici sostengono che la persistente inflazione compromette la promessa del presidente di ridurre i costi dei beni di uso quotidiano.
I nuovi accordi commerciali si concentrano sui Paesi dell'emisfero occidentale in grado di fornire alimenti gli Stati Uniti non producono in scala (o comunque a costi significativamente più elevati).
"I nuovi accordi commerciali aiuteranno agricoltori, pescatori e piccole imprese"
"Questi accordi garantiscono impegni su questioni economiche e di sicurezza nazionale. Aiuteranno gli agricoltori, gli allevatori, i pescatori, le piccole imprese e i produttori statunitensi ad aumentare le esportazioni e ad espandere le opportunità commerciali con questi partner", prosegue il comunicato.
Secondo un allegato pubblicato insieme all'annuncio, gli accordi aumenteranno in particolare le importazioni di banane, caffè, cacao, noci, frutta fresca, legumi, grano, vino e alcolici. Washington ha dichiarato che concederà lo Clausola della nazione più favorita (che nel diritto internazionale permette di concedere condizioni doganali favorevoli) ad alcuni beni provenienti da questi Paesi "che non possono essere coltivati, estratti o prodotti naturalmente negli Stati Uniti in quantità sufficienti".
In pratica, la Clausola garantisce che le merci ammissibili entrino nel mercato statunitense a parità di condizioni rispetto ai beni sottoposti ai dazi più bassi.
Gli Stati Uniti ridurranno inoltre l'imposizione doganale su alcuni prodotti tessili e di abbigliamento provenienti da El Salvador e Guatemala nell'ambito dell'Accordo di libero scambio tra Repubblica Dominicana e America Centrale (DR-CAFTA), un patto regionale tra gli Stati Uniti, la Repubblica Dominicana e cinque Paesi dell'America Centrale che riduce o elimina i dazi sui beni scambiati, stabilisce regole comuni sugli investimenti e sulla proprietà intellettuale e mira a rendere le catene di approvvigionamento regionali più integrate e competitive.