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Stati Uniti: Paramount pagherà 16 milioni a Trump per risolvere una causa per diffamazione

Lo studio Cbs Television City a Los Angeles, 3 luglio 2020
Lo studio Cbs Television City a Los Angeles, 3 luglio 2020 Diritti d'autore  Chris Pizzello/AP/Invision
Diritti d'autore Chris Pizzello/AP/Invision
Di Eleanor Butler
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Il presidente degli Stati Uniti ha ottenuto un risarcimento da Paramount dopo aver accusato 60 Minutes di aver manipolato un’intervista a Kamala Harris

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Paramount verserà 16 milioni di dollari (circa 13,57 milioni di euro) per chiudere una causa per diffamazione intentata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo quanto annunciato dalla società martedì.

Al netto delle spese legali, l’importo sarà destinato alla futura biblioteca presidenziale di Trump.

Le richieste di Trump

Il presidente aveva chiesto 20 miliardi di dollari di risarcimento, accusando 60 Minutes, il celebre programma della CBS News (di proprietà Paramount), di aver montato in modo “deliberatamente ingannevole” un’intervista con l’allora vicepresidente Kamala Harris andata in onda lo scorso novembre.

L’accordo non prevede scuse da parte dell’emittente, ma include l’impegno a pubblicare le trascrizioni integrali delle future interviste ai candidati presidenziali dopo la loro trasmissione.

La controversia ruotava attorno a una domanda sulla posizione degli Stati Uniti nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nell’anticipazione dell’intervista, Harris dava una risposta che differiva significativamente dalla versione andata in onda nella puntata completa.

Sebbene il Primo Emendamento garantisca ai media ampia libertà editoriale, Trump ha sostenuto nei documenti presentati in tribunale che il montaggio fosse “manipolato per confondere, ingannare e fuorviare il popolo americano, al fine di interferire con le elezioni”.

I cambiamenti all'interno di CBS

Le trattative per l’accordo avrebbero portato alle dimissioni del produttore esecutivo di 60 Minutes, Bill Owens, all’inizio dell’anno, e successivamente anche a quelle di Wendy McMahon, CEO di CBS News and Stations e CBS Media Ventures.

“È diventato chiaro che non mi sarebbe stato permesso di guidare il programma come ho sempre fatto”, ha scritto Owens in una nota allo staff.

L’accordo arriva alla vigilia dell’assemblea annuale degli azionisti Paramount, mentre l’azienda è impegnata nel processo di fusione con Skydance Media, operazione che richiede l’approvazione delle autorità federali prima della scadenza del 7 luglio.

Paramount ha chiarito che l’intesa con Trump è “completamente separata e non correlata alla transazione con Skydance o al processo di approvazione da parte della FCC”.

Si tratta della seconda causa per diffamazione vinta da Trump contro un grande network televisivo dalla sua rielezione. A dicembre, ABC News, di proprietà Disney, ha pagato 15 milioni di dollari per chiudere un altro procedimento legale legato a un’intervista del conduttore George Stephanopoulos, il quale aveva affermato che Trump era stato giudicato “responsabile di stupro”.

Tale affermazione faceva riferimento alla sentenza di una giuria civile che ha ritenuto Trump colpevole di abuso sessuale ai danni della scrittrice E. Jean Carroll negli anni ’90, oltre che di diffamazione per averla pubblicamente accusata di mentire.

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