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Cosa ci si aspetta dal viaggio in Cina del commissario europeo Šefčovič

L'Ue vuole riaprire il dialogo con la Cina e aumentare gli scambi
L'Ue vuole riaprire il dialogo con la Cina e aumentare gli scambi Diritti d'autore  Andy Wong/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Andy Wong/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Di Peggy Corlin
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il commissario europeo Maroš Šefčovič si sta recando in Cina in un contesto di guerra commerciale con gli Stati Uniti. Ecco i cinque obiettivi che spera di centrare

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Per la prima volta dal suo insediamento, il 27 e 28 marzo il commissario europeo per il Commercio Maroš Šefčovič si recherà in Cina per incontrare il vice premier cinese He Lifeng, il ministro delle Dogane Sun Meijun e il ministro del Commercio Wang Wentao.

La visita nella nazione asiatica giunge in un contesto di forti tensioni commerciali con gli Stati Uniti di Donald Trump.

Ecco cinque obiettivi che Maroš Šefčovič spera di centrare grazie al viaggio in Cina.

Mandare un segnale a Washington

"Con l'imposizione da parte degli Stati Uniti di dazi sull'alluminio e sull'acciaio e l'inizio dell'applicazione di un'ulteriore tranche prevista per il 2 aprile, l'Ue potrebbe cercare di stringere legami più stretti con la Cina, seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti.

Questa potrebbe essere una buona notizia per il colosso asiatico, anch'esso colpito dalle scelte statunitensi.

"La Cina è quella che ha più bisogno dell'Ue a causa del suo surplus commerciale nei confronti dell'Unione. Tuttavia, non lo mostrerà perché anche l'Ue si trova in una situazione complicata", osserva Alicia García Herrero, esperta del think tank Bruegel.

Riaprire il dialogo diplomatico

La precedente Commissione ha lasciato in eredità tensioni nelle relazioni con la Cina, a seguito di una disputa sui veicoli elettrici cinesi culminata con l'imposizione da parte di Bruxelles di dazi del 35 per cento sulle importazioni provenienti dalla nazione asiatica. Che ha risposto con misure analoghe su brandy e cognac europei.

È dal periodo della pandemia che l'Europa sta lavorando per ridurre la propria dipendenza dalla Cina, in particolare per quanto riguarda le materie prime critiche.

Secondo Maria Martin-Prat, della Direzione generale del Commercio e della sicurezza economica, la nuova strategia consiste nel "ridurre i rischi attraverso la diplomazia".

"Vogliamo basare le nostre relazioni con la Cina su una combinazione di impegni ma anche di protezione", ha dichiarato la funzionaria dell'Ue a un evento a Bruxelles in vista del viaggio di Šefčovič.

"Ci siamo lasciati alle spalle l'idea di una relazione fluida e paritaria", ha riconosciuto Herrero di Bruegel a proposito della distorsione del mercato.

Secondo Herrero Šefčovič esplorerà le opzioni aperte dalle cattive relazioni tra l'Ue e gli Stati Uniti, ma arriverà anche con un portafoglio di indagini dell'Ue sulle pratiche commerciali sleali sulle quali si vuole mettere in guardia la Cina.

Spingere la Cina ad agire sul suo eccesso di capacità produttiva

L'eccesso di capacità produttiva cinese rappresenta un fattore di inquietudine per l'Europa.

"La Cina non sta facendo nulla per affrontarla", ha accusato Maria Martin-Prat. E con i dazi statunitensi sui prodotti cinesi, c'è il rischio che Pechino dirotti una maggiore produzione verso il mercato europeo.

L'acciaio, il cemento e il legno sono tra le principali esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti che potrebbero essere reindirizzate verso i mercati europei nell'ambito dell'attuale guerra commerciale.

La domanda cinese di questi prodotti è diminuita a causa dell'arresto delle costruzioni immobiliari. Anche i computer, i veicoli elettrici e le componenti per le energie rinnovabili, come i pannelli solari e le turbine eoliche, sono nell'elenco delle sovraproduzioni cinesi.

Secondo gli esperti per affrontare il problema, l'Ue vuole che la Cina passi da un modello basato sui sussidi alle imprese e sulle esportazioni a uno basato sul mercato interno.

Eliminare le barriere alle imprese europee

Le aziende europee si lamentano poi delle barriere che impediscono loro di fare affari in Cina: i trasferimenti di dati dalle aziende europee con sede in Cina alle loro filiali all'estero richiedono il via libera della Cyberspace Administration of China.

Nel 2023 è stato trovato un accordo temporaneo tra Bruxelles e Pechino per accelerare il processo di approvazione, ma come ha sottolineato Herrero, "questo resta un problema importante per le aziende europee che producono molti dati, siano essi finanziari o relativi ai servizi".

Attirare più investimenti cinesi nell'Ue

L'Ue vuole attirare infine investimenti cinesi.

"L'Europa è in una posizione di forza", ha dichiarato a Euronews Sacha Courtial, esperto dell'Istituto Delors, "stiamo aprendo il nostro mercato alle nostre condizioni, cioè per creare posti di lavoro in Europa e chiedere trasferimenti di tecnologia. Questa è l'idea alla base della produzione di auto elettriche cinesi in Europa".

Dopo aver già aperto in Ungheria, il gigante cinese dei veicoli elettrici BYD sta valutando la possibilità di costruire uno stabilimento di produzione e assemblaggio in Europa occidentale per evitare i dazi europei.

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