Le iniziative dell'Ue per aumentare la produzione di energia eolica

In collaborazione con The European Commission
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Di Andrea Bolitho
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Nel 2023 Bruxelles ha lanciato un pacchetto per accelerare lo sviluppo dell'industria eolica: come hanno risposto le aziende?

L'anno scorso in Europa è stato costruito un numero record di parchi eolici. La strada per raggiungere gli obiettivi dell'Unione europea in materia di energia pulita è però ancora molto lunga. Le turbine diventano sempre più grandi, così come i riduttori, i propulsori e anche le attrezzature necessarie per testarli. ZF Wind Power, nel nord del Belgio, è leader mondiale nella produzione di riduttori, il cuore di una turbina eolica. Con l'aumento della domanda, la produzione riuscierà a tenere il passo?

"È un obiettivo molto ambizioso - dice Felix Henseler, amministratore delegato di ZF Wind Power L'anno scorso, se ricordo bene, abbiamo installato 17 GW in Europa. Se contiamo solo quello che abbiamo installato oggi, da qui alla fine del decennio abbiamo bisogno in media di 31 gigawatt ogni anno".

Il pacchetto sull'energia eolica dell'Ue

Consapevole che il tempo stringe, Bruxelles ha lanciato un pacchetto per accelerare lo sviluppo dell'industria eolica. Raddoppiare la quantità di energia prodotta nel giro di un anno è irrealistico, ma secondo Henseler alcuni impianti sono sottoutilizzati, il che significa che c'è spazio per una rapida crescita, una volta che arriveranno gli ordini.

"Sul mercato c'è già una capacità disponibile che potremmo utilizzare per aumentare la produzione - dice Henseler -. È un obiettivo ambizioso ma in generale non impossibile da raggiungere. Però dobbiamo iniziare subito. Abbiamo tutti gli strumenti a disposizione, anche grazie al pacchetto sull'energia eolica dell'Unione europea. Tutti gli Stati membri sono d'accordo".

Il pacchetto sull'eolico è stato approvato nel 2023: troppo tardi? "La cosa veramente frustrante è che servono delle guerre per renderli consapevoli - dice Henseler -. Questo è un punto che è frustrante. Per quanto riguarda la velocità di reazione devo dire che sono orgoglioso Ue, non ho mai visto una tale velocità prima.

ZF Wind Power produce propulsori per Vestas, il principale produttore mondiale di turbine eoliche. Per Morten Dyrholm, vicepresidente senior del gruppo, l'Europa deve semplificare i passaggi burocratici. "In Europa - dice Dyrholm - possono passare tra i sette e i dieci anni da quando i politici decidono di portare avanti un progetto eolico a quando questo inizia effettivamente a produrre elettricità per la rete. Quindi c'è questo gap tra il dire e il fare".

Come constrastare la concorrenza cinese?

L'energia eolica rappresenta il 19% dell'elettricità consumata in Europa, sufficiente a coprire l'intero consumo del Portogallo. L'obiettivo è di arrivare al 30% entro il 2030. 26 Paesi dell'Unione hanno sottoscritto la Carta del vento, impegnandosi a realizzare le azioni delineate nel pacchetto eolico, tra cui la semplificazione delle regole di autorizzazione, il miglioramento de sistema delle aste attraverso l'indicizzazione dei prezzi, e la riduzione dei problemi causati dall'inflazione e dagli investimenti nei porti e nella rete.

Per WindEurope, associazione non-profit che raggruppa le aziende del settore, si tratta di una notizia gradita. "È fondamentale che sia più facile ottenere i permessi per i nuovi parchi eolici: era molto difficile, troppe leggi e burocrazia - dice Dickson, amministratore delegato di WindEurope -. L'Unione europea ha introdotto nuove regole per semplificare le autorizzazioni. Germania e Spagna l'anno scorso hanno concesso il 70% in più di permessi per l'eolico onshore rispetto all'anno precedente. Ora stiamo affrontando la concorrenza dei produttori cinesi di turbine eoliche".

Quanto è forte questa concorrenza? "Molto - dice Dickson -. Arrivano e offrono prezzi più bassi di quelli che offriamo noi. Sanno cosa offriamo e fissano prezzi inferiori. Offrono condizioni di finanziamento molto generose. Dicono: 'Non dovrete pagarci per 3 anni'. Si tratta di pagamenti dilazionati: a noi è permesso offrirli".

La Cina ha una posizione molto forte anche in termini di materie prime critiche. "Oggi dipendiamo dalla Cina per le terre rare che si trovano nei magneti permanenti di molte delle nostre turbine eoliche - dice Dickson -. L'Ue vuole ridurre la nostra dipendenza dalla Cina, diversificare le forniture. Anche l'industria lo vuole. Stiamo lavorando con l'Ue per cercare di far sì che ciò accada, approvvigionandoci di questi materiali da altri Paesi, e persino espandendo la catena di fornitura europea di questi materiali".

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