Oltre ai danni umani e sulle infrastrutture il passaggio dell’uragano Harvey ha avuto delle ricadute pesantissime sui prezzi del petrolio. Paradossalmente persino in Italia ed Europa. Con le quotazioni in brusca accelerazione soprattutto sulla benzina a causa dello stop di diverse raffinerie in Texas e Louisiana. Si registrano nuovi aumenti dei prezzi raccomandati da parte delle compagnie. Nel mondo per ora si tratta di aumenti di uno o due centesimi. Nelle regioni colpite invece, dove il computo dei danni si aggira per ora sui 58 miliardi di dollari, secondo un analista economico l’intera produzione petrolifera è in ginocchio: “Abbiamo 10 raffinerie nell’area che sono chiuse o lavorano a regime ridotto. Questo ha ridotto la capacià produttiva a un terzo delle sue possibilità. Ci potremo attendere un aumento per gallone fra i 20 e i 40 centesimi”.
Un gallone americano sono circa quattro litri. La benzina è storicamente meno cara negli Stati Uniti, ma aumenti secchi di questa portata potrebbero peggiorare la ripresa e le difficoltà che le aziende locali devono affrontare. Alcuni di loro devono ricostruire tutto dopo una catastrofe come Harvey che non è certo la prima, che ha colpito questi territori negli ultimi anni.