Lo studio di UN Women segue un rapporto simile dell'agenzia culturale ed educativa delle Nazioni Unite, l'Unesco, che nel 2021 aveva evidenziato lo stesso problema
Più di due terzi delle giornaliste, dei difensori dei diritti e degli attivisti hanno denunciato violenze online, e oltre il 40 per cento ha dichiarato di aver subito attacchi nel mondo reale collegati a questi abusi digitali, secondo un nuovo studio pubblicato martedì da UN Women.
Il rapporto, intitolato “Punto di svolta”, analizza l’escalation della violenza contro le donne in concomitanza con la crescente diffusione dei social media e dell’intelligenza artificiale. Lo studio si basa sui contributi di oltre 6.900 giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani in 119 Paesi.
“La violenza online contro le donne è diventata una crisi globale crescente”, ha dichiarato UN Women. “Ciò che inizia su uno schermo può rapidamente trasformarsi in molestie, intimidazioni e persino danni nel mondo reale”.
Abusi off line collegati al digitale
Circa il 41 per cento degli intervistati ha riportato attacchi offline — come aggressioni fisiche o sessuali, stalking, molestie verbali e “swatting” — legati alla violenza online. Le scrittrici, influencer e creatrici di contenuti sui social media che trattano temi di diritti umani sono tra le vittime più colpite, con l’uso di strumenti digitali avanzati come i deepfake e contenuti manipolati.
La ricercatrice principale Julie Posetti, presentando i risultati a Ginevra, ha sottolineato che i casi di danni reali collegati alla violenza online contro le giornaliste sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni. Nel 2025, il 42 per cento degli intervistati ha rilevato “una traiettoria pericolosa e potenzialmente mortale”.
Misoginia digitale e responsabilità pubblica
Posetti ha espresso preoccupazione per la crescente misoginia digitale e per la “manosfera” promossa da alcuni influencer. Particolare attenzione è stata rivolta agli attacchi diretti di leader governativi, tra cui l’ex presidente statunitense Donald Trump, contro giornaliste, che contribuiscono a scatenare ondate di molestie online.
“Questo fa parte di un continuum di violenza contro le donne nella vita pubblica. Quando figure di potere fanno commenti gravi, scatenano la folla online”, ha spiegato Posetti. “Non si tratta di sottili allusioni, ma di attacchi palese”.
Richieste di UN Women
Gli autori del rapporto chiedono leggi più severe, maggiore monitoraggio, responsabilità delle aziende tecnologiche e sforzi per amplificare le voci di chi si oppone a queste pratiche.
“Le donne che si fanno portavoce dei diritti umani, riportano notizie o guidano movimenti sociali sono bersaglio di abusi volti a farle vergognare e metterle a tacere”, ha dichiarato Sarah Hendricks, direttore delle politiche di UN Women. “Sempre più spesso, questi attacchi non si fermano davanti allo schermo, ma finiscono davanti alla porta di casa”.