La Corte penale internazionale accusa il capo dei Talebani e il presidente della Corte suprema dell'Afghanistan di avere perseguitato sistematicamente donne e omosessuali dal loro ritorno al potere, un crimine contro l'umanità
La Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto per il leader dei Talebani e per il capo della Corte suprema dell'Afghanistan con l'accusa di avere perseguitato donne e ragazze nel Paese.
I mandati della Corte penale internazionale, emessi martedì, accusano Hibatullah Akhunzada e Abdul Hakim Haqqani di avere "ordinato, indotto o sollecitato" la persecuzione sulla base del genere, che è un crimine contro l'umanità, da quando hanno preso il potere quattro anni fa.
La Cpi, che ha sede all'Aia, accusa anche i leader talebani di aver preso di mira persone con "espressioni della sessualità e/o dell'identità di genere considerate incoerenti con la politica dei Talebani", con riferimento alla persecuzione della locale comunità Lgbtq+.
Da quando hanno preso il potere nell'agosto del 2021, i Talebani hanno ridotto drasticamente i diritti delle ragazze e delle donne, limitando i loro diritti "all'istruzione, alla privacy e alla vita familiare e le libertà di movimento, espressione, pensiero, coscienza e religione" attraverso editti e decreti.
Le nuove norme includono le cosiddette leggi sulla moralità, che impongono alle donne di coprire il viso e vietano loro di uscire di casa o di viaggiare senza un "tutore" maschio.
Secondo Amnesty International, sono aumentati i matrimoni di minori e i casi di detenzione arbitraria per chi fugge dagli abusi.
I Talebani hanno imposto anche vietato di fare sentire la voce delle donne in pubblico e l'accesso all'istruzione secondaria alle ragazze, oltre alla generale esclusione femminile da ruoli nell'amministrazione pubblica.
Akhunzada, nel marzo 2024 ha annunciato che le autorità avrebbero ripreso a lapidare pubblicamente le donne.
Secondo il progetto Afghan Witness del Centre for Information Resilience, anche gli uomini e i ragazzi hanno subito presunte violazioni di genere, tra cui percosse o detenzione per aver infranto le regole contro gli abiti o le acconciature "non islamiche".