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Gaza, aiuti umanitari ancora insufficienti: raggiunta solo metà della popolazione

Palestinesi nel campo profughi di Jabalia, nella porzione settentrionale della Striscia di Gaza, il 7 dicembre 2025
Palestinesi nel campo profughi di Jabalia, nella porzione settentrionale della Striscia di Gaza, il 7 dicembre 2025 Diritti d'autore  AP Photo/Jehad Alshrafi
Diritti d'autore AP Photo/Jehad Alshrafi
Di Andrea Barolini & Euronews
Pubblicato il
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Domenica 47 camion di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia di Gaza. Ma gli aiuti sono ancora pochi e Israele decide chi far entrare e cosa. L'Onu denuncia: in questo modo 90mila tonnellate di generi di prima necessità restano bloccati

Domenica 7 dicembre 47 camion carichi di aiuti umanitari sono riusciti a entrare nella Striscia di Gaza. Durante gli ultimi due mesi - ufficialmente di "tregua" ma nel corso dei quali Israele ha continuato a effettuare attacchi che sono costati la vita a centinaia di palestinesi - il Programma alimentare mondiale ha distribuito più di un milione di pacchi di aiuti umanitari.

Tale sforzo è bastato però a raggiungere solamente la metà della popolazione della Striscia, nonostante siano stati allestiti 59 punti di distribuzione di cibo. Molti lamentano la scarsa varietà del cibo presente nei pacchi consegnati, che contengono soltanto farina, fagioli e lenticchie. Soprattutto per i bambini, mancano elementi nutritivi essenziali.

Gli aiuti dell'Onu non bastano a placare la fame

In precedenza, invece, l'Unrwa (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi) distribuiva anche, ad esempio, conserve di pesce e marmellate.

Un palestinese ha confermato all'agenzia di stampa Associated Press che le donazioni del Programma alimentare mondiale non sono in grado di placare la fame. Una madre si è lamentata di non poter sfamare le sue figlie, già denutrite. E si tratta dei più fortunati nella Striscia di Gaza: sono infatti ancora numerose le famiglie che negli ultimi sei mesi non hanno ricevuto alcun aiuto.

Israele rallenta l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza

Alle frontiere, intanto, l'esercito israeliano continua a ispezionare minuziosamente i camion e decide in modo arbitrario quali organizzazioni civili possano accedere, e con quali generi di prima necessità. Le Nazioni Unite hanno denunciato che, per questo motivo, ben 90mila tonnellate di aiuti umanitari risultano bloccate presso i valichi di frontiera.

La stessa Onu ha inoltre puntato il dito contro quella che ha definito "un'apatia" del mondo di fronte alla sofferenza di milioni di persone sul Pianeta, e per questo ha lanciato un appello umanitario per il 2026. Non è solo la popolazione palestinese a versare in condizioni catastrofiche: aiuti urgenti sono necessari anche in Sudan, ad Haiti, nel Myanmar e in Ucraina.

"Un'epoca di brutalità, impunità e indifferenza"

Nel corso di una conferenza stampa a New York, il responsabile delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha parlato a chiare lettere di "un'epoca di brutalità, impunità e indifferenza". Aggiungendo che l'obiettivo è di raccogliere almeno 23 miliardi di dollari per aiutare 87 milioni di persone tra le popolazioni più in difficoltà.

Al contempo, da Gaza Hamas ha fatto sapere essere disponibile a "congelare" il proprio arsenale come parte di un cessate il fuoco con Israele. A riferirlo è il Times of Israel, che cita Bassem Naim, dirigente del gruppo armato palestinese che si trova a Doha, nel Qatar.

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