Nelle prime ore di martedì si sono intensificate le operazioni militari sulla principale città della Striscia. Fonti mediche parlano di decine di morti. L'offensiva parte all'indomani dell'incontro tra Rubio e Netanyahu e nonostante l'allarme lanciato dal vertice dei Paesi islamici in Qatar
La nuova offensiva di terra su Gaza City, annunciata da giorni dal governo di Israele, sembra essere partita nelle prime ore di martedì, con carri armati, aerei ed elicotteri. "Gaza sta bruciando" ha scritto il ministro della Difesa, Israel Katz.
L'avanzata militare per il controllo completo del nord della Striscia è cominciata da settimane, con bombardamenti su Jabalyia e Beit Hanoun e le prime incursioni in quartieri della principale città del territorio palestinese. Le autorità militari israeliane avevano invitato a più riprese la popolazione di Gaza city ad evacuare.
L'intensificarsi delle operazioni di martedì segna tuttavia l'attacco massiccio annunciato e arriva a poche ore dagli incontri a Gerusalemme tra il premier Benyamin Netanyahu con il segretario di Stato americano, Marco Rubio e nonostante le condanne e gli ammonimenti lanciati a Israele da decine di leader arabi e islamici riuniti a Doha.
Secondo il sito statunitense Axios, Rubio non ha frenato l'operazione di terra ma ha chiesto al premier israeliano che sia attuata rapidamente.
Gaza city sotto attacco, la popolazione scappa
Il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani, contando la giornata di lunedì, è salito a 62 in città secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, che cita fonti mediche locali.
Residenti della città hanno testimoniato all'emittente qatarina, Al Jazeera, di bombardamenti “intensi e incessanti” nel centro urbano, mentre migliaia di persone fuggono verso il sud della Striscia.
L'esercito israeliano (Forze di difesa israeliane, o Idf nell'acronimo inglese) afferma che circa 300mila palestinesi hanno già lasciato la città nelle ultime settimane, ma le Nazioni Unite stimano che centinaia di migliaia di persone siano ancora a Gaza city.
I vertici militari israeliani vogliono eliminare i miliziani di Hamas che si sono riorganizzati nel nord della Striscia, dove ritengono sia tenuta la cinquantina di ostaggi ancora in mano ai miliziani, di cui meno della metà vivi.
Per questo l'avanzata è stata preceduta dalla distruzione sistematica di edifici, in particolare di decine di grattacieli, a Gaza City.
Il gruppo armato palestinese ha emesso un comunicato in cui accusa Netanyahu della "piena responsabilità della vita dei suoi prigionieri nella Striscia di Gaza" e il presidente Usa, Donald Trump, di "palese parzialità" e di avere una "responsabilità diretta'' dell'escalation del conflitto con il suo sostegno a Israele.