I due uomini sono stati fermati con armi cariche in una camera con una finestra aperta sul percorso della processione per Santa Rosa, che poi si è svolta normalmente. L'ipotesi di un attacco terroristico è meno accreditata però rispetto al traffico di armi, accusa per cui sono ora in carcere
Due turchi sono stati arrestati a Viterbo, mercoledì, poche ore prima di un popolare festival locale. Le forze dell'ordine hanno trovato armi nell'appartamento in affitto in cui sono stati presi, che affacciava su percorso della Macchina di Santa Rosa, una processione religiosa che si tiene ogni anno il 3 settembre in onore della santa patrona della città laziale.
I due uomini, ora nel carcere di Viterbo con l'accusa di traffico di armi, hanno 31 e 21 anni e non hanno risposto alle domande degli inquirenti. Secondo le prime ricostruzioni, sul davanzale di una finestra aperta del loro alloggio c'erano una pistola semiautomatica e una mitraglietta carica.
La Procura sta indagando. È ancora in piedi l'ipotesi di un tentato attacco terroristico, ma i primi accertamenti sui cellulari degli arrestati farebbero pensare a due trafficanti di armi.
Giorgia Meloni ha lodato la polizia e il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per l'"intervento tempestivo" che ha permesso "la celebrazione sicura di un evento unico", ha scritto la premier su X.
La celebrazione della Santa Patrona - alla quale ha partecipato anche il ministro degli Esteri e vicepremier italiano, Antonio Tajani - si è poi svolta regolarmente, con l'accortezza tuttavia di tenere accesa l'illuminazione stradale per motivi di sicurezza, contrariamente alla tradizione.
L'evento principale coinvolge 100 "Facchini di Santa Rosa", portatori che trasportano una struttura illuminata chiamata "Macchina", che pesa quasi cinque tonnellate, attraverso le strette strade medievali della città.
Negli ultimi mesi, le autorità turche hanno condotto importanti operazioni contro gruppi criminali operanti all'estero, in collaborazione con la polizia europea.
Nel maggio 2024, una task force congiunta della polizia italiana e dell'Interpol ha fatto irruzione in un appartamento a Bagnaia, una frazione di Viterbo, e arrestato il presunto boss della mafia turca Bariş Boyun, uno degli uomini più ricercati in Turchia.