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Trump mantiene il controllo della Guardia Nazionale a Los Angeles: la Corte d’Appello gli dà ragione contro il governatore Newsom

Soldati della Guardia Nazionale sono appostati vicino all'ingresso del Federal Building di Los Angeles.
Soldati della Guardia Nazionale sono appostati vicino all'ingresso del Federal Building di Los Angeles. Diritti d'autore  Gabrielle Lurie/online_yes
Diritti d'autore Gabrielle Lurie/online_yes
Di Euronews Agenzie: AP
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Una corte d’appello federale autorizza Donald Trump a mantenere il controllo della Guardia Nazionale in California, rigettando il ricorso del governatore Newsom. Un precedente legale che riaccende il dibattito sui limiti del potere presidenziale

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La Corte d’Appello del Nono Circuito degli Stati Uniti ha autorizzato il presidente Donald Trump a mantenere il controllo della Guardia Nazionale a Los Angeles, respingendo l’impugnazione del governatore della California, Gavin Newsom.

La decisione ribalta una precedente sentenza di un tribunale di grado inferiore, che aveva ritenuto illegittimo l’intervento presidenziale. La controversia nasce dal dispiegamento dei militari durante le proteste seguite ai provvedimenti sull’immigrazione, in una delle più controverse crisi civili degli ultimi anni.

L’intervento federale di Trump è stato il primo senza l’approvazione del governatore statale dal 1965, segnando un ritorno a una dinamica istituzionale tesa e mai completamente sopita.

La Corte: “Motivazioni difendibili” e prove concrete di violenza

Secondo la decisione unanime della giuria d’appello composta da tre giudici, l’amministrazione Trump ha fornito prove “sufficienti” per giustificare il ricorso alla federalizzazione della Guardia Nazionale. In particolare, il tribunale ha evidenziato come i disordini abbiano comportato un rischio reale per gli agenti federali: alcuni sono stati immobilizzati dai manifestanti, mentre edifici e veicoli federali sono stati presi di mira con attacchi violenti, inclusi lanci di cemento e bottiglie.

La Corte ha sottolineato che “l’interesse del governo federale a prevenire incidenti come questi è significativo”, giustificando l’intervento di Trump in un contesto di emergenza e potenziale paralisi dell’autorità locale.

La polemica sul ruolo dei governatori

Uno dei nodi più sensibili emersi nel dibattito giudiziario riguarda il fatto che il presidente Trump abbia preso il controllo della Guardia Nazionale senza preavvisare il governatore della California, come invece previsto dalla normativa. Nonostante ciò, la Corte ha stabilito che la mancata comunicazione non invalidi l’azione presidenziale, in quanto il governatore non ha potere di veto sull’ordine federale.

Gavin Newsom ha espresso profonda delusione per l’esito del procedimento, definendolo un colpo alla sovranità statale. Tuttavia, ha anche accolto con favore il fatto che la corte abbia riconosciuto la necessità di giustificare simili azioni dinanzi ai giudici: “Il presidente non è un re e non è al di sopra della legge”, ha dichiarato, promettendo di portare avanti la battaglia legale.

Trump esulta su Truth Social: “Proteggiamo le nostre città”

Donald Trump ha immediatamente celebrato la decisione della corte con un post trionfale sulla sua piattaforma Truth Social, definendo la sentenza una “grande vittoria”. L’ex presidente ha ribadito la sua linea dura in materia di sicurezza interna: “Se le nostre città e la nostra gente hanno bisogno di protezione, siamo noi a dargliela, nel caso in cui la polizia statale e locale non sia in grado, per qualsiasi motivo, di svolgere il proprio lavoro”.

La sua visione centralista del potere presidenziale trova qui una nuova legittimazione giudiziaria, alimentando il dibattito su quanto spazio possa (e debba) avere l’autorità federale negli affari interni degli Stati.

Un precedente che riapre il dibattito sui poteri del presidente

La vicenda ha il potenziale per diventare un precedente giuridico rilevante nella definizione dei limiti costituzionali dell’autorità esecutiva in tempo di crisi interna. La possibilità per un presidente di federare la Guardia Nazionale senza consenso statale era stata raramente esercitata nel dopoguerra, e sempre con forti riserve politiche e giuridiche.

L’esito di questo caso potrebbe influenzare futuri presidenti nel ricorso alla forza militare interna, specie in contesti di protesta, emergenza civile o tensione politica. Per Trump, la sentenza rappresenta un successo simbolico che rafforza la sua narrativa sull’ordine e il controllo. Per Newsom e altri governatori, invece, suona come un campanello d’allarme sulle competenze costituzionali degli Stati.

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