Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Operazione Rising Lion: Israele scatena il suo arsenale hi-tech contro l’Iran

Nonostante le immediate ma limitate ritorsioni, il pieno potenziale militare dell'Iran rimane una minaccia incombente per Israele
Nonostante le immediate ma limitate ritorsioni, il pieno potenziale militare dell'Iran rimane una minaccia incombente per Israele Diritti d'autore  AP Photo - Vahid Salemi
Diritti d'autore AP Photo - Vahid Salemi
Di Gerardo Fortuna
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Con l’Operazione Leone Nascente colpiti oltre 100 siti sensibili, tra cui strutture nucleari e basi militari. Teheran risponde con droni: cresce il rischio di una guerra su scala regionale

PUBBLICITÀ

In una drammatica escalation delle tensioni in Medio Oriente, Israele ha lanciato giovedì sera una vasta operazione militare, colpendo le principali infrastrutture iraniane.

Denominata in codice Operazione Rising Lion, l’offensiva ha preso di mira oltre 100 località in tutto l’Iran, concentrandosi su strutture nucleari, centri di comando militare e sistemi di difesa aerea.

Per portata e precisione, si tratta di una delle campagne aeree più estese degli ultimi anni nella regione.

Lo scontro vede ora due delle forze armate più potenti del Medio Oriente in rotta di collisione diretta. Mentre il mondo osserva con crescente apprensione, il timore non è più un'escalation, ma un possibile inasprimento del conflitto.

Un confronto diretto su larga scala tra Israele e Iran sarebbe profondamente destabilizzante non solo per la regione, ma per l’intero equilibrio geopolitico globale, viste le capacità militari coinvolte.

Se da un lato l’Iran dispone di una superiorità numerica in termini di truppe, carri armati e artiglieria, Israele mantiene un netto vantaggio tecnologico, una superiorità aerea schiacciante e alcuni dei più avanzati sistemi di difesa missilistica al mondo.

Entrambi i Paesi sono inoltre all’avanguardia nell’uso di droni e missili, con decenni di esperienza nei conflitti ad alta intensità.

Anticipazione di ulteriori attacchi

L’offensiva israeliana rappresenta una dimostrazione di forza militare senza precedenti.

Oltre 200 aerei hanno sganciato più di 330 munizioni di precisione, coordinando gli attacchi contro obiettivi considerati strategici.

Tra questi, impianti per la produzione di missili, abitazioni e uffici di scienziati nucleari, oltre a centri di comando del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (Irgc).

Il sito di arricchimento dell’uranio di Natanz, nella provincia di Esfahan, è stato colpito, così come diverse aree sensibili a Teheran.

Le prime notizie riportano perdite significative: tra le vittime ci sarebbero il generale Mohammad Bagheri, capo di Stato maggiore delle forze armate, e Fereydoon Abbasi, ex direttore dell’Organizzazione per l’Energia Atomica. Ali Shamkhani, consigliere della guida suprema Ayatollah Khamenei, sarebbe gravemente ferito.

L’Aeronautica israeliana (Iaf) ha dichiarato di aver colpito su vasta scala i sistemi di difesa aerea iraniani, distruggendo “decine” di radar e batterie missilistiche terra-aria. Un’azione che sembra preludere a nuovi attacchi.

Un missile lanciato durante un'esercitazione in Iran, in una foto fornita dall'esercito iraniano
Un missile lanciato durante un'esercitazione in Iran, in una foto fornita dall'esercito iraniano AP Photo

La reazione iraniana

In risposta, l’Iran ha lanciato oltre 100 droni contro il territorio israeliano. La maggior parte è stata intercettata dai sistemi di difesa, limitando l’efficacia dell’attacco.

Nonostante la risposta immediata ma contenuta, la minaccia militare iraniana resta concreta.

Teheran ha investito molto nel proprio arsenale missilistico, che comprende missili balistici con gittate superiori ai 3mila km e armi ipersoniche. Queste capacità consentono all’Iran di colpire avversari regionali e basi statunitensi, costituendo un potente deterrente.

L’Iran è inoltre un leader nella guerra con i droni: dispone di una vasta flotta Uav, usata sia per ricognizione sia per attacchi, e ha esportato questa tecnologia ai propri alleati, avviando anche la produzione di droni all’estero, in Paesi come la Russia.

La Repubblica Islamica può inoltre contare su un grande esercito permanente, enormi riserve e un’ampia esperienza nella guerra asimmetrica attraverso milizie proxy, cyberattacchi e tattiche non convenzionali.

Il sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome apre il fuoco per intercettare i razzi lanciati dal Libano, a Safed, nel nord di Israele
Il sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome apre il fuoco per intercettare i razzi lanciati dal Libano, a Safed, nel nord di Israele AP Photo

Israele: potenza tecnologica e reattività militare

Israele, invece, è riconosciuto come una delle forze armate più avanzate al mondo sotto il profilo tecnologico.

I suoi sistemi di difesa – Iron Dome, David’s Sling e Arrow – sono tra i più sofisticati esistenti.

Il Paese dispone inoltre di una potente infrastruttura informatica e di servizi di intelligence di livello mondiale, come Mossad e Shin Bet, che svolgono un ruolo cruciale nell’intercettare minacce prima che si manifestino.

Con un esercito permanente di circa 170mila effettivi, Israele può contare su una forza di riserva altamente organizzata che può mobilitarsi rapidamente, raggiungendo quasi mezzo milione di uomini.

La sua aeronautica è considerata tra le più capaci a livello globale, dotata di velivoli avanzati e armamenti di precisione.

La dottrina militare israeliana si basa su mobilitazione rapida, resilienza e superiorità tecnologica: tratti modellati da decenni di conflitti continui.

Rischio di un conflitto regionale

Un conflitto aperto tra Israele e Iran rischia di trascinare l’intera regione in guerra.

Hezbollah, il principale alleato iraniano in Libano, potrebbe intervenire. Israele ha condotto operazioni nel sud del Libano in ottobre, riducendo la capacità del gruppo. Un cessate il fuoco temporaneo è in vigore da fine novembre.

Il conflitto potrebbe espandersi a Siria, Iraq e al Golfo Persico, mettendo a rischio le basi statunitensi. Alcune fonti riferiscono che personale americano sia stato evacuato da Baghdad solo due giorni fa.

L’Iran può inoltre contare sull’“asse della resistenza”: una rete informale di alleati regionali, che include Hezbollah, milizie sciite irachene, Houthi in Yemen e il regime siriano.

Conseguenze globali

Le ripercussioni potrebbero estendersi ben oltre il campo di battaglia. Un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, o un'escalation in seguito ad attacchi alle loro risorse, rischierebbe di trasformare il conflitto in una crisi internazionale.

Anche l’Europa potrebbe subire conseguenze: attacchi diretti, offensive cyber, interruzione delle rotte energetiche e instabilità economica globale.

Il blocco delle vie di navigazione nel Golfo di Aden, un aumento dei prezzi dell’energia, nuovi flussi migratori e crisi umanitarie sono scenari possibili, con un impatto diretto sugli equilibri europei.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Conflitto Israele - Iran: nuove minacce di Netanyahu, allerta per attacchi da Teheran

Israele contro Iran, così il Mossad ha avviato un'operazione segreta e attivato droni a distanza

Nucleare, l'Aiea riprende la collaborazione con l'Iran: Grossi parla di "lavoro in corso"