Israele ha attaccato territori iraniani e la capitale Teheran. Si prevede una campagna di ritorsione iraniana. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha confermato che Washington non è stata coinvolta negli attacchi
Nelle prime ore di venerdì Israele ha attaccato diversi obiettivi militari in Iran, tra cui impianti legati al programma nucleare.
L'operazione, chiamata "Rising lion", ha incluso omicidi mirati di comandati militari e di scienziati iraniani. Il bilancio tra Teheran e il resto del Paese è di decine di morti e centinaia di feriti.
L'Iran ha risposto lanciando un centinaio di droni contro Israele e promettendo di "aprire le porte dell'inferno".
La comunità internazionale si è immediatamente mobilitata per evitare una guerra aperta tra Israele e Iran.
L'Europa ha chiesto una de-escalation, mentre il presidente Usa Trump ha consigliato all'Iran di accettare un accordo sul programma nucleare nazionale per evitare conseguenze peggiori.
Vari leader hanno chiamato il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, per avere rassicurazioni. Ma Israele ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale e si prepara a ostilità più lunghe.
La premier italiana, Giorgia Meloni, ha sentito Trump e von der Leyen mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che nessun cittadino italiano è rimasto coinvolto negli attacchi.
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