Lunedì il Parlamento ungherese vota l'ennesimo emendamento alla Legge fondamentale entrata in vigore nel 2012. Prevista la possibilità di sospendere la cittadinanza ungherese ai cittadini e di sancire il fatto che una persona sia maschio o femmina
L'Ungheria si prepara nuovamente a modificare la Costituzione, questa volta per sancire la possibilità di sospendere la cittadinanza ungherese e per inserire nella legge fondamentale il binarismo di genere maschio o femmina.
Da quando è salito al potere il partito Fidesz, guidato dal premier Viktor Orbán, è ricorso a numerose modifiche costituzionali in linea con gli obiettivi dell'esecutivo, dopo avere approvato una Costituzione nel 2011 dopo essere salito al potere.
Fino ad allora il Paese non aveva adottato un nuovo testo fondamentale per riflettere la transizione democratica del 1989, ma si fondava sulla Costituzione pur modificata approvata dal regime comunista quarant'anni prima.
Quali modifiche ha apportato Fidesz alla Costituzione
La Legge fondamentale del 2011 è stata integrata più volte per raggiungere obiettivi politici del momento, come ad esempio permettere a un candidato filogovernativo di assumere la carica di capo di un'organizzazione statale.
In questo modo si sono contati 14 emendamenti in 14 anni, grazie a un regime politico stabile che ha permesso di avere la necessaria maggioranza qualificata, come dovrebbe accadere ancora questa volta.
La nuova modifica è stato esposta a grandi linee a febbraio nel discorso annuale del Primo Ministro sullo stato della nazione, in cui Orbán ha delineato i temi su cui il partito di governo lavorerà nella fine del suo quarto mandato.
Era emersa l'intenzione di mettere ulteriormente sotto controllo l'opposizione politica, le ong e i media critici del governo, dare priorità alla tutela dei minori rispetto ai diritti della comunità Lgbtq+ per esempio eliminando il Pride e il problema della tossicodipendenza da droghe sintetiche nelle zone rurali.
"Abbiamo urgentemente bisogno di creare le condizioni costituzionali e legali per garantire che non dovremo stare fermi mentre organizzazioni della pseudo-società civile servono interessi stranieri e organizzano azioni politiche sotto i nostri occhi", aveva dichiarato Orbán.
Ungheria valuta di sospendere la cittadinanza
Il primo punto dell'emendamento, all'esame parlamentare questo lunedì, prevede la sospensione temporanea della cittadinanza agli ungheresi che abbiano altri passaporti.
Alla luce delle dichiarazioni del partito di governo e dello stesso Orbán, la misura solleva il timore che possa essere usata contro politici sgraditi, imprenditori, attivisti o giornalisti critici di Budapest.
L'essenza della modifica è la cittadinanza ungherese di un individuo può essere sospesa se la persona in questione "rappresenta una minaccia per l'ordine pubblico, la sicurezza pubblica o la sicurezza nazionale in Ungheria".
Tra le fattispecie individuate ci sono: il prestare o avere prestato servizio nell'esercito o nella pubblica amministrazione di un altro Paese, fare o avere fatto parte di un'organizzazione terroristica o avere commesso reati come genocidio, finanziamento del terrorismo o tradimento.
Esiste tuttavia una clausola di salvaguardia che prevede che la sospensione possa essere imposta anche a chi "agisce nell'interesse o persegue gli obiettivi di una potenza o di un'organizzazione straniera, in modo incompatibile con la cittadinanza ungherese".
Questa accusa viene usata abitualmente dal governo ungherese contro i media e le Ong, che si oppongono alla linea ufficiale, dopo avere vinto gare d'appalto dell'Unione europea per i finanziamento di progetti.
Inoltre, il governo non deve nemmeno provare le accuse, poiché anche in caso di ricorso giudiziario alla Corte suprema ungherese, nota come Curia, si può solo dimostrare che la persona in questione abbia o meno altre nazionalità oltre a quella ungherese, ma non se quest'ultima rappresenti una reale minaccia per la sicurezza.
In precedenza si era parlato ritirare del tutto la cittadinanza ungherese alle persone accusate, ma l'ipotesi è stata abbandonata a favore di una sospensione, perché problematica per il diritto internazionale.
"La sospensione della cittadinanza è un artificio senza precedenti nel diritto internazionale, di cui si può facilmente abusare", si legge in una dichiarazione rilasciata da un gruppo di avvocati ungheresi, tra cui la figlia e il genero del presidente ungherese, Tamás Sulyok.
"Espellere i propri cittadini dal loro Paese può costituire una forma di esilio e di trattamento inumano e può essere contrario alle convenzioni sui diritti umani che vincolano lo Stato interessato. Allo stesso modo, ricordiamo che il contenuto essenziale di altri diritti umani, tra cui la libertà di riunione o di espressione, non può essere limitato dalla legge o inferiore al livello minimo di protezione richiesto dal diritto internazionale", afferma la dichiarazione.
Quali restrizioni ci sono in Ungheria alla comunità Lgbtq+
Per anni, il partito di governo ungherese ha combattuto contro l'ideologia woke e il concetto di genere, che non ha guadagnato molto terreno in Ungheria.
Ciò si è tradotto in parte nel rifiuto di misure volte a promuovere l'uguaglianza delle donne (come la mancata ratifica del Trattato di Istanbul sulla violenza domestica) e in parte in restrizioni amministrative dei diritti di gay, lesbiche e transessuali.
Le coppie omosessuali non hanno mai avuto la possibilità di sposarsi in Ungheria, ma esisteva una scappatoia per l'adozione, ad esempio, che è stata chiusa dal regime di Orbán.
Uno dei cambiamenti ideologicamente motivati è stato l'obbligo per le persone transgender di indicare il loro sesso biologico sulla carta d'identità. La Costituzione è già stata emendata una volta dalla maggioranza Fidesz per affermare che "il padre è maschio, la madre è femmina".
L'impatto maggiore di questi cambiamenti, tuttavia, è stata la percezione della comunità come gruppo con aspirazioni dannose per la società.
Nel suo discorso di febbraio, Viktor Orbán ha dichiarato di voler ulteriormente radicare legalmente il sesso biologico nella Legge fondamentale, scrivendo quindi "l'essere umano è uomo o donna".
"Il sesso di nascita di un essere umano è una dotazione biologica che - in conformità con l'ordine della creazione - può essere maschile o femminile", si legge nella proposta di modifica, "è dovere dello Stato garantire la protezione legale di questo ordine naturale e impedire che si cerchi di suggerire che sia possibile cambiare il sesso di nascita. La fissità del sesso biologico garantisce il sano sviluppo della società e il mantenimento delle norme fondamentali della comunità".
L'emendamento costituzionale è solo una parte della campagna del regime di Orbán contro la comunità Lgbtq+, con l'obiettivo principale di vietare il Pride e di limitare il diritto di riunione, sebbene le leggi a tal fine siano già state approvate dal Parlamento.
La marcia del Pride a Budapest è stata vietata con l'accusa di avere un effetto negativo sullo sviluppo dei bambini. Nella formula che sarà probabilmente inserita nella Legge fondamentale si dirà che il diritto del minore a uno sviluppo sano "ha la precedenza su tutti gli altri diritti fondamentali" e che "l'Ungheria protegge il diritto dei bambini all'identità personale in base al loro sesso alla nascita e garantisce un'educazione secondo i valori basati sull'identità costituzionale e sulla cultura cristiana del nostro Paese".
Alcuni deputati dell'opposizione, che hanno protestato con candele fumogene contro il divieto del Pride, potrebbero vedersi revocata l'immunità parlamentare in un voto sempre lunedì, dopo che il presidente della Camera László Kövér ha presentato una denuncia penale contro di loro.
Ungheria, lotta alla droga inserita in Costituzione
L'emendamento proposto include nella Legge fondamentale che "la produzione, l'uso, la distribuzione e la promozione di droghe sono vietati in Ungheria".
Il regime di Orbán ha sempre considerato le droghe come un problema di applicazione della legge e dell'assenza di un piano nazionale sul tema dopo quello scaduto nel 2020.
Alcuni media indipendenti hanno riportato che soprattutto nelle zone rurali, la tradizionale base di elettori di Fidesz, sono molto diffuse le droghe sintetiche artigianali (note anche come designer drugs) causando tensioni.
Orbán ha nominato un commissario governativo in materia e un pacchetto di leggi è già entrato in vigore per arginare il problema. Attualmente la "promozione" di questi stupefacenti non è una reato penale e verrebbe resa illegale dalla legge costituzionale.
Ciò solleva una serie di questioni, ad esempio, sull'accessibilità di alcune opere letterarie o cinematografiche che parlano di droghe. L'unico impatto concreto finora è stato il rifiuto da parte delle autorità ungheresi di consentire una manifestazione a favore della legalizzazione della marijuana.
Tutela anche dell'uso dei contanti
In base all'emendamento, la frase "tutti hanno il diritto di possedere ed ereditare beni" è sostituita da "e di pagare in contanti".
L'uso del contante è stato in precedenza oggetto del partito di estrema destra Mi Hazánk, che ha sostenuto che le transazioni telematiche sono uno strumento per "la totale sorveglianza digitale e il prelievo dello Stato con la semplice pressione di un pulsante" e che il diritto dei cittadini di pagare in contanti, se lo desiderano, dovrebbe essere protetto nella Costituzione.
In precedenza, i responsabili della politica economica di Fidesz si erano detti scioccati dalla quantità di contanti in circolazione tra la popolazione ungherese e ne avevano chiesto la riduzione. Secondo gli esperti, il contante lascia più spazio all'economia sommersa e nera.
Uno dei risultati riconosciuti ai governi Fidesz dal 2010 è stato quello di ridurre significativamente l'evasione fiscale nell'economia privata, espandendo i pagamenti elettronici e collegando i registratori di cassa alle autorità fiscali.
Gli effetti pratici dell'emendamento sono ancora oggetto di speculazioni da parte degli esperti, poiché ci sono innumerevoli esempi di situazioni in cui il pagamento in contanti non è più un'opzione - ad esempio, nel caso di negozi online o in alcune feste.
Ma è anche possibile che l'emendamento non porti alcun cambiamento pratico, ma sia solo un gesto di rassicurazione nei confronti della base elettorale della destra, che teme un'eccessiva dipendenza dal controllo statale e che potrebbe essere la base di potere politico di Fidesz nelle elezioni del 2026.