La terra ha tremato fino alle cinque di mattina, scosse avvertite chiaramente anche a Napoli. Negli ultimi tre giorni nell'area sono stati registrati più di dieci eventi sismici di magnitudo superiore a 2
È stata una notte di apprensione per gli abitanti della provincia di Napoli, dove la terra è tornata a tremare dopo lo sciame sismico dello scorso maggio e quello minore di un paio di settimane fa.
Poco dopo la mezzanotte del 17 febbraio un terremoto di magnitudo 3.9 ha colpito la zona dei Campi Flegrei, preceduto da due scosse di magnitudo 3.0 e seguito da cinque scosse minori fino alle 5 di mattina.
Il nuovo sciame sismico è iniziato tre giorni fa e sono stati registrati più di dieci terremoti di magnitudo superiore a 2.
L'epicentro della forte scossa di domenica notte, la seconda della giornata dopo quella avvenuta nel pomeriggio, era a 5 chilometri da Pozzuoli, un comune nell'area metropolitana di Napoli. L'ipocentro era a 2 chilometri di profondità.
La scossa è stata avvertita chiaramente anche nel capoluogo campano. Centinaia di cittadini si sono riversati in strada per la paura ed è stata disposta l'attivazione del volontariato di protezione civile e l'apertura di aree di accoglienza e di attesa per i cittadini dei comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli.
Questo lunedì il sindaco di Pozzuoli ha disposto la chiusura delle scuole per permettere controlli di sicurezza ai tecnici comunali.
I Campi Flegrei sono un’area vulcanica dove si registrano spesso terremoti a causa di un fenomeno chiamato bradisismo, che consiste nel movimento del suolo dovuto a gas e fluidi molto caldi.
La zona include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto, oltre a parte di Napoli stessa.