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Attacco a Charlie Hebdo: già dieci anni fa

Fiori e candele sono stati deposti davanti agli uffici del giornale Charlie Hebdo a Parigi giovedì 8 gennaio 2015.
Fiori e candele sono stati deposti davanti agli uffici del giornale Charlie Hebdo a Parigi giovedì 8 gennaio 2015. Diritti d'autore  Francois Mori/AP
Diritti d'autore Francois Mori/AP
Di Euronews
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Martedì a Parigi si terranno cerimonie per rendere omaggio alle 12 vittime dell'attacco jihadista alla sede del settimanale satirico francese il 7 gennaio 2015

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L'attacco che ha ucciso 12 persone negli uffici del giornale satirico francese Charlie Hebdo, tra cui otto membri della redazione, è stato uno shock internazionale.

Mentre un numero speciale sarà pubblicato martedì, a dieci anni dall'attentato, il settimanale afferma che "la voglia di ridere non scomparirà mai".

"La satira ha una virtù che ci ha aiutato a superare questi anni tragici: l'ottimismo. Se si vuole ridere, è perché si vuole vivere. La risata, l'ironia e la caricatura sono espressioni di ottimismo", afferma Riss, direttore di Charlie Hebdo.

"Oggi i valori di Charlie Hebdo, come l'umorismo, la satira, la libertà di espressione, l'ecologia, la laicità e il femminismo, solo per citarne alcuni, non sono mai stati così messi in discussione", aggiunge.

Il tema di questo anniversario è "Ridere di Dio", poiché Charlie Hebdo ha lanciato un concorso internazionale alla fine del 2024 invitando i vignettisti a illustrare la loro "rabbia per la presa che tutte le religioni hanno sulle libertà".

La direzione del settimanale sostiene di aver ricevuto circa 350 disegni, 40 dei quali sono stati selezionati per apparire nel numero di martedì.

Un'ondata di sostegno internazionale dopo l'attacco

L'attacco a Charlie Hebdo ha suscitato forti emozioni in Francia e in molti altri Paesi occidentali e ha dato vita a un movimento di sostegno con lo slogan "Je suis Charlie" ("Io sono Charlie").

Persone si riuniscono davanti al consolato francese di Toronto, in Canada, tenendo in mano cartelli con il messaggio “Je suis Charlie”, 7 gennaio 2015
Persone si riuniscono davanti al consolato francese di Toronto, in Canada, tenendo in mano cartelli con il messaggio “Je suis Charlie”, 7 gennaio 2015 Chris Young/AP

Dopo l'attacco si sono moltiplicati i messaggi e le iniziative di sostegno, con molti artisti che hanno chiesto di difendere la libertà di espressione.

Tra questi, la ballerina e coreografa Nadia Vadori-Gauthier ha lanciato nel 2015 il progetto "Un minuto di danza al giorno", che considera un "atto poetico di resistenza".

"Sono dieci anni che danzo un minuto al giorno", afferma l'artista franco-canadese.

Sebbene Nadia Vadori-Gauthier intenda concludere l'iniziativa nel decimo anniversario dell'attentato, alcuni estratti di alcune delle sue 3.643 danze quotidiane saranno presentati martedì in occasione di una cerimonia in omaggio alle vittime.

Questo evento farà parte delle commemorazioni nazionali che si terranno a Parigi martedì, alla presenza del presidente Emmanuel Macron e di diversi capi di Stato.

Processo al responsabile dell'attacco del settembre 2020

L'anniversario dell'attacco a Charlie Hebdo coincide con l'inizio del processo a carico di un cittadino pakistano che nel settembre 2020 ha ferito gravemente due persone con una mannaia all'esterno della vecchia sede del giornale, ignaro che la redazione del settimanale avesse lasciato i locali.

L'aggressore è sotto processo per tentato omicidio terroristico e associazione a delinquere di stampo terroristico. Cinque persone, tutte di origine pakistana e tre delle quali erano minorenni all'epoca dei fatti, saranno processate anche per complicità.

L'attacco ha fatto seguito alla ripubblicazione da parte di Charlie Hebdo di vignette del Profeta Maometto, le stesse che nel 2006 avevano provocato minacce jihadiste contro il giornale.

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