Il presidente uscente Joe Biden ha commutato 37 delle 40 condanne alla pena di morte in altrettanti ergastoli. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca si teme un aumento del numero di esecuzioni
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha commutato lunedì le sentenze di 37 dei 40 detenuti federali nel braccio della morte, convertendo le loro pene in ergastoli. La decisione arriva a poche settimane dal passaggio di potere con il presidente eletto Donald Trump, fervente sostenitore della pena capitale.
La decisione di Biden fa seguito alle pressioni esercitate dai Democratici del Congresso, dagli attivisti che si battono contro le esecuzioni, nonché dai leader religiosi, tra cui Papa Francesco, che hanno manifestato preoccupazioni per le scelte sul tema che probabilmente saranno adottata dalla prossima amministrazione Trump.
Il miliardario americano ha infatti ripristinato le esecuzioni federali durante il suo primo mandato dal 2017 al 2021, che erano state sospese da quasi due decenni. La campagna presidenziale di Biden per il 2020 si è invece opposta alla pena di morte e la sua amministrazione ha mantenuto la sospensione a livello federale.
Donald Trump sostiene con convinzione la pena di morte
"Non fraintendetemi: condanno questi assassini, sono addolorato per le vittime dei loro atti spregevoli e soffro per tutte le famiglie che hanno subito una perdita inimmaginabile e irreparabile", ha dichiarato Biden in un comunicato. "Ma guidato dalla mia coscienza e dalla mia esperienza, sono più che mai convinto che dobbiamo fermare l'uso della pena di morte a livello federale". Il leader democratico ha quindi aggiunto: "In tutta coscienza, non posso rimanere inerte e lasciare che una nuova amministrazione riprenda le esecuzioni che io ho bloccato".
Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio, ha parlato spesso di ricorrere con più facilità alla pena di morte. In un discorso durante la campagna elettorale, ha chiesto che coloro che "vengono sorpresi a vendere droga siano puniti con l'esecuzione per i loro atti efferati". In seguito ha promesso di giustiziare i trafficanti di droga e di esseri umani. Durante il primo mandato di Trump si sono registrate 13 esecuzioni federali, più degli ultimi dieci presidenti degli Stati Uniti messi insieme.
La decisione di Biden non si applica ai casi di terrorismo e di strage motivata dall'odio, il che lascia tre detenuti federali ancora in attesa di essere uccisi. Si tratta di Dylann Roof, che nel 2015 ha ucciso nove membri neri della Mother Emanuel AME Church di Charleston, nella Carolina del Sud, dell'attentatore della maratona di Boston del 2013, Dzhokhar Tsarnaev, e di Robert Bowers, che nel 2018 ha sparato a undici fedeli nella sinagoga Tree of life di Pittsburgh, producendo così l'attacco antisemita più grave nella storia degli Stati Uniti.
Biden nel corso del suo mandato ha commutato le pene di migliaia di persone
I tre detenuti hanno presentato ricorsi e avviato azioni legali che devono essere portate a termine prima che venga fissata una data per le esecuzioni: un processo che può richiedere diversi anni. L'annuncio della commutazione non riguarda inoltre i circa 2.200 prigionieri del braccio della morte condannati nei tribunali statali degli Stati Uniti, poiché Biden non ha alcuna autorità su queste esecuzioni.
All'inizio di questo mese, Biden ha commutato le pene di circa 1.500 persone che erano state liberate dal carcere e poste ai domiciliari durante la pandemia, e di altre 39 condannate per reati non violenti: il più grande atto di clemenza in un solo giorno nella storia moderna degli Stati Uniti. L'annuncio segue anche la grazia che Biden ha concesso al figlio Hunter per le accuse federali su possesso di armi e questioni fiscali, dopo aver assicurato a lungo che non lo avrebbe fatto, scatenando un putiferio a Washington.