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Giorgia Meloni andrà in Libano: "Sulle armi a Israele altri partner meno restrittivi dell'Italia"

Giorgia Meloni con il vicepremier Matteo Salvini
Giorgia Meloni con il vicepremier Matteo Salvini Diritti d'autore  Roberto Monaldo/LaPresse
Diritti d'autore Roberto Monaldo/LaPresse
Di Ilaria Cicinelli
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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È arrivata la conferma della premier sul suo viaggio in Libano. In Senato, Meloni ha ribadito la condanna delle azioni di Israele contro i civili e i militari Unifil e ha ricordato che l'Italia è più restrittiva sulle armi a Tel Aviv rispetto ad altri partner

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Con l'attacco di Israele alle basi Unifil dure critiche sull'operato di Tel Aviv in Medio Oriente sono arrivate anche dall'Italia. Preoccupata per la situazione di incertezza geopolitica a livello internazionale, la premier Giorgia Meloni si recherà in Libano, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani è atteso in Israele e in Palestina la prossima settimana.

La conferma è arrivata oggi dopo la consegna alla Camera del testo delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre prossimi.

In questa occasione l'Italia ha annunciato che fornirà cinque milioni di euro di contributi per le attività dell'Unrwa in Cisgiordania e a sostegno dei rifugiati palestinesi in Siria, Libano e Giordania. Roma rimane disponibile a sostenere progetti specifici dell'Agenzia, ma "esclusivamente a seguito di un controllo scrupoloso volto a impedire qualsiasi forma di commistione con attività terroristiche", ha dichiarato Meloni.

La premier ha voluto poi ricordare come, dopo l'avvio delle operazioni a Gaza, il governo italiano "ha sospeso immediatamente ogni nuova licenza di esportazione" e "tutti gli accordi firmati dopo il 7 ottobre non hanno trovato applicazione. Le licenze autorizzate prima sono tutte analizzate caso per caso dall'autorità competente alla Farnesina".

Meloni: "Ingiustificata la violazione risoluzioni Onu dell'Idf"

"Le postazioni del contingente italiano inquadrate nella missione Unifil sono state colpite dall'esercito israeliano e pur se non sono stati registrati danni ai contingenti io ritengo che ciò non si possa considerare accettabile", ha dichiarato Meloni, tornando a chiedere che venga garantita la sicurezza per i soldati italiani nell'area, anche quelli della missione bilaterale Mibil.

Allo stesso tempo, non si può non considerare una violazione l'azione di Hezbollah "che ha operato per militarizzare l'area di competenza di Unifil", ha aggiunto la premier. "Le legittime critiche a Israele si mischiano a un giustificazionismo nei confronti di Hamas ed Hezbollah che tradisce un antisemitismo montante e che deve preoccuparci tutti. Le manifestazioni di piazza degli ultimi giorni lo hanno dimostrato senza smentita".

Meloni ha però sottolineato che lo scontro con Hezbollah non giustifica le violazioni delle risoluzioni Onu da parte dell'Idf e ha chiesto un immediato cessate il fuoco lungo la Linea Blu. "L'atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell'Onu".

Il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza va difeso ma la presidente del Consiglio ha espresso la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario. "Perché non siamo insensibili di fronte all'enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, che non a caso sono state dall'inizio al centro del nostro lavoro. Cosi' come la situazione umanitaria a Gaza è sempre più preoccupante, e prosegue anche su questo fronte il nostro impegno".

Centri per richiedenti asilo in Albania, per Meloni il progetto "rispecchia spirito europeo"

La premier è poi passata ad affrontare la questione dei centri per i richiedenti asilo in Albania, dove l'Italia ha spedito martedì i primi 16 migranti. "È una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue", ha affermato Meloni, annunciando per giovedì un incontro informale tra gli Stati membri dell'Ue più interessati alle migrazioni.

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