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Dichiarazione Francia-Italia-Spagna: "Basta attacchi Israele a Unifil"

La premier italiano Giorgia Meloni durante una conferenza stampa a Paphos, Cipro, 11 ottobre 2024
La premier italiano Giorgia Meloni durante una conferenza stampa a Paphos, Cipro, 11 ottobre 2024 Diritti d'autore  Petros Karadjias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Petros Karadjias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Andrea Barolini
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'appello è arrivato anche dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha ribadito la ferma condanna degli attacchi dell'esercito di Israele contro basi Unifil in Libano

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Gli attacchi alle truppe di Unifil "costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu 1701 e del diritto internazionale umanitario. Questi attacchi sono ingiustificabili e dovranno finire immediatamente". Questa la dura condanna che emerge dalla dichiarazione congiunta dei leader di Italia, Francia e Spagna, firmata a margine del Med9 a Cipro da Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez, che hanno così espresso la loro "indignazione".

"In qualità di Paesi che da lungo tempo contribuiscono all’Unifil e partner di Libano e Israele, noi, leader di Francia, Italia e Spagna, condanniamo il recente attacco dell’Unifil da parte dell’Idf. Esprimiamo la nostra indignazione dopo che diversi operatori di pace sono rimasti feriti a Naqoura. Ricordiamo che tutti i peacekeeper devono essere protetti e ribadiamo il nostro elogio per l’impegno continuo e indispensabile delle truppe e del personale Unifil in questo contesto molto impegnativo".

"Contiamo sull'impegno di Israele per la sicurezza delle missioni Onu e bilaterali di mantenimento della pace in Libano, nonché delle organizzazioni internazionali attive nella regione".

In precedenza anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva intimato Israele di non colpire più le forze Onu in Libano.

Macron: "Cessate il fuoco essenziale a Gaza e in Libano"

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato in conferenza stampa che il ritorno delle forze armate libanesi nel Libano meridionale e il ripristino della sovranità libanese "sono essenziali per la sua pace e stabilità".

"Abbiamo ribadito la necessità di un cessate il fuoco e questo cessate il fuoco è essenziale sia a Gaza che in Libano. Ne abbiamo bisogno ora, per i nostri ostaggi, per le popolazioni civili vittime delle violenze e per evitare una contaminazione regionale che minaccia la stabilità dell'intera regione e non solo", ha detto il capo dell'Eliseo.

Macron ha poi aggiunto che la conferenza a Parigi il 24 ottobre mirerà a incrementare le consegne di aiuti al Libano mentre incombe la crisi umanitaria, contribuendo nel contempo a rafforzare le forze militari e di sicurezza interne del Paesi.

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, a sinistra, parla accanto al presidente francese Emmanuel Macron durante una conferenza stampa a Paphos, Cipro, 11 ottobre 2024
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, a sinistra, parla accanto al presidente francese Emmanuel Macron durante una conferenza stampa a Paphos, Cipro, 11 ottobre 2024 Petros Karadjias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved

"Non posso evitare di tornare indietro e condannare quello che è successo. Non è accettabile. Viola le disposizioni della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite. Il governo italiano, come sapete, ha fortemente protestato presso le autorità israeliane", ha detto la premier Meloni.

Sia Sánchez che l'omologo sloveno Robert Golob hanno appoggiato la richiesta di Macron di sospendere le forniture di armi a Israele in quello che considerano un modo efficace per allentare le guerre in Libano e Gaza. "Non abbiamo venduto armi a Israele dall'inizio di questa guerra», ha detto Sánchez e ha aggiunto: "E la logica è semplice. Senza armi non c'è guerra".

Il presidente cipriota Nikos Christodoulides, che ha ospitato l'incontro, ha detto che i leader hanno anche discusso della migrazione irregolare, ribadendo che deve essere affrontata alla fonte, vale a dire i Paesi di origine dei migranti o quelli attraverso i quali transitano. Christodoulides ha dichiarato che discuterà con altri leader dell'Ue a Bruxelles i modi per "creare quelle condizioni" in Siria, in collaborazione con l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati e altri partner internazionali, che consentano il ritorno dei rifugiati siriani nel loro paese.

La posizione del ministro della Difesa Guido Crosetto

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato la posizione di ferma condanna da parte dell'Italia rispetto non solo agli attacchi alle strutture dell'Unifil, che hanno subito nuovamente colpi da parte dell'esercito israeliano, ma anche alle richieste giunte dallo stesso comando dello Stato ebraico.

"Noi siamo e rimaniamo in Libano. Il diritto internazionale deve essere rispettato da tutti, anche da Israele. Se Tel Aviv ha rimostranze da fare, le faccia alle Nazioni Unite, non chiedendo a noi di spostarci. Noi siamo lì per difendere la pace, sulla base di una decisione assunta dall'Onu e sottoscritta tra le altre cose da tutti i Paesi. Libano e Israele inclusi. Per cui non ci spostiamo".

Il titolare della Difesa ha aggiunto di aver telefonato al suo omologo israeliano ribadendo "che l'Italia è lì presente perché fa parte di una missione internazionale e questa missione deve essere rispettata da tutti, compresa Israele".

Aggiungendo anche che "se Israele vuole interloquire con la missione lo fa all'Onu e non chiedendo alle persone che lo stanno rappresentando di spostarsi. Ci sono modi formali per rappresentare le proprie posizioni ma non chiedendo di spostarsi perché si vogliono fare gli attacchi. Nessuno si sposterà mai se è lì per difendere la pace".

Anche il Segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, ha parlato con Gallant chiedendogli di "garantire la sicurezza delle forze Unifil": lo ha reso noto lo stesso Austin sul suo profilo di X. "Ho sollecitato di garantire la sicurezza delle forze Unifil e di coordinare gli sforzi per passare dalle operazioni militari a un percorso diplomatico il prima possibile. Ho chiarito che gli Stati Uniti sono ben posizionati per difendere il personale, i partner e gli alleati statunitensi dagli attacchi dell'Iran e delle altre forze sostenute dall'Iran", ha concluso.

Crosetto: "Applicare per intero la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite"

Parlando dal Kosovo, dove si trova in visita alle truppe italiane, Crosetto ha ribadito che i soldati della missione Unifil non abbandoneranno la zona-cuscinetto. Anche perché, ha precisato il ministro, "quel territorio non è sotto il controllo libanese, bensì concesso dall'Onu". Quanto agli attacchi, il membro del governo Meloni ha confermato di essere "arrabbiato, poiché non capiamo per quali ragioni militari siano arrivati quei colpi. Abbiamo chiesto spiegazioni ufficiali".

Resta però aperta la questione delle regole d'ingaggio, ovvero del come dovranno reagire i caschi blu presenti sul posto in caso di ulteriori attacchi. Su questo tema, Crosetto ha reiterato una posizione già assunta dal governo italiano, ovvero la richiesta di "applicare la risoluzione 1701 dell'Onu".

"In Cisgiordania solo in sicurezza e per costruire la soluzione a due Stati"

Già l'1 ottobre, il ministero della Difesa aveva infatti ribadito che "sarebbe stato stato necessario dare effettiva ed immediata attuazione alla risoluzione, che prevede una fascia di territorio a sud del Litani ed a nord della Blue Line in cui siano presenti solo le armi delle forze armate libanesi e di Unifil, anche modificando regole di ingaggio che non avevano dato i frutti auspicati". La questione sarà discussa presso le Nazioni Unite la prossima settimana.

Rispetto invece a una possibile missione in Cisgiordania, il ministro ha spiegato che la questione è in corso di valutazione, ma ha precisato: "Non manderemo una sola persona senza prima verificare le condizioni di sicurezza". Inoltre, "la missione deve essere effettuata con l'accordo di tutte le parti". Crosetto ha inoltre precisato che "tutti devono sapere che i carabinieri sarebbero lì per porre le basi per un futuro con due popoli e due Stati".

Crosetto ha chiamato la presidente dell'Ucei, Noemi Di Segni

In un messaggio pubblicato sul social network X, il ministro ha quindi fatto sapere di aver chiamato la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni: "L'ho ringraziata per le sue parole di vicinanza ai militari italiani e alla missione Unifil in Libano, ma anche per le sue parole di riconoscenza al governo italiano per l’impegno sulla sicurezza dei suoi cittadini in Italia e all'estero".

Crosetto ha quindi "assicurato che la mia ferma e durissima condanna di quanto è accaduto contro il contingente Unifil in Libano non sarà mai disgiunta dalla costante azione mia, della Difesa e dell’intero governo contro ogni rigurgito di antisemitismo, sia palese che strisciante".

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