Bruxelles richiama Roma per le leggi varate sulla caccia. La federazione nazionale della caccia si dice pronta a collaborare, ma è contraria ad alcune misure. Critici gli ambientalisti
L’Italia ha ricevuto da parte della Commissione europea una procedura d’infrazione per gli atti legislativi fatti approvare dall'attuale governo in materia di caccia. Misure che hanno portato a manifestazioni anche da parte di diverse associazioni animaliste e ambientaliste.
Il richiamo di Bruxelles è legato al mancato rispetto della “Direttiva Uccelli”, alle Regioni sarebbe stato dato il potere di autorizzare la cattura e l’uccisione di alcune specie anche in zone in cui la caccia è vietata. La procedura d’infrazione riguarda anche la mancata attuazione di misure per evitare la cattura di alcune specie marine. Bruxelles dice inoltre che l’Italia avrebbe violato il regolamento “Reach” che limita l’uso del piombo nelle munizioni. Il governo ha adesso due mesi per rispondere e per rimediare alle carenze.
Le posizioni di cacciatori e animalisti sulla procedura d'infrazione
Secondo La Federazione nazionale che rappresenta circa il sessanta per cento dei cacciatori è giusto che il governo fornisca chiarimenti in merito, perché dicono, questo servirà a risolvere il contenzioso. La federazione ha però definito "pretestuose e non fondate molte delle eccezioni sollevate dalla Commissione".
Per l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) invece, le ragioni delle presunte violazioni sono di natura politica e l’attuale governo ha fatto poco per proteggere l’ambiente. "In generale**, i partiti politici danno priorità alle richieste di specifiche lobby per ottenere voti.** Questa dinamica si estende a settori come i diritti degli animali, l'ambiente e vari altri settori politici", commenta Carla Rocchi, presidente Enpa.