Gaza: decine di morti in nuovi raid, Israele parla alla Corte di Giustizia

Soldati israeliani prendono posizione durante un'operazione di terra a Khan Younis, nella Striscia di Gaza (10 gennaio 2024)
Soldati israeliani prendono posizione durante un'operazione di terra a Khan Younis, nella Striscia di Gaza (10 gennaio 2024) Diritti d'autore Ohad Zwigenberg/Copyright 2024 The AP All rights reserved
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Di Gabriele Barbati
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Decine di morti in nuovi raid di Israele che venerdì si difende alla Corte Internazionale di Giustizia dall'accusa di genocidio dei palestinesi presentata dal Sud Africa. "È un atto storico che riafferma il diritto internazionale" dice a Euronews la relatrice speciale Onu, Francesca Albanese

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Bombardamenti nelle prime ore di venerdì, 12 gennaio, hanno ucciso una quarantina di palestinesi tra Rafah, Khan Younis e Deir Al Balah, nella Striscia di Gaza, all'indomani dell'apertura alla Corte internazionale di giustizia di un procedimento contro Israele per genocidio.

Nove persone, tra cui un bambino piccolo, sono morte quando è stata colpita una casa a Rafah, secondo l'emittente Al Jazeera. Altre cinque hanno perso la vita nello stesso modo a Deir Al Balah, mentre una trentina di cadaveri è stata portata negli ospedali di Khan Younis, secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa.

L'esercito israeliano (Idf) ha dichiarato di aver ucciso "decine" di miliziani di Hamas, tra cui "venti sabotatori" e un comandante locale a Maghazi, nel centro della Striscia, e "sette terroristi" a Khan Younis, tra cui un "leader delle forze d'élite di Hamas che hanno attaccato il 7 ottobre", ha dichiarato su X il portavoce dell'esercito israeliano per i media arabi, Avichay Adraee.

Quasi sessantamila feriti a Gaza senza assistenza e aiuti umanitari

Secondo le autorità palestinesi, il bilancio a Gaza ha superato i 23mila morti e raggiunto quasi i 60mila feriti, questi ultimi senza possibilità di essere davvero assistiti negli ospedali, la maggior parte dei quali è stata danneggiata o messa fuori uso.

"Riceviamo mille pazienti al giorno con solo nove letti disponibili. Chiediamo a chiunque, a qualsiasi entità che possa fornirci servizi medici, di farlo con urgenza perché la situazione è catastrofica", ha dichiarato Munther Abu Sharkh, un medico dell'ospedale El-Najar di Rafah.

Paramedici della Mezzaluna Rossa Palestinese pregano giovedì al funerale dei colleghi uccisi mentre tentavano di soccorrere in ambulanza dei feriti a Deir Al Balah

All'Aia continua il processo

Nella seconda giornata di udienze per l'accusa di genocidio, gli avvocati che difendono Israele hanno affermato che le sue azioni sono in linea con il diritto a difendersi e rispettano il diritto internazionale. La difesa ha citato anche un discorso della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che condanna gli attacchi di Hamas del 7 ottobre.

"Il contesto reale e immediato per le accuse di genocidio rivendicate dal Sudafrica sono gli eventi del 7 ottobre - dice l'avvocato Malcolm Shaw KC -. Come ha affermato la presidente della Commissione europea il 19 ottobre, non c'è limite al sangue che i terroristi di Hamas vogliono versare. Andavano casa per casa, bruciavano vive le persone, mutilavano bambini e perfino neonati, solo perché perché erano ebrei".

Gli avvocati affermano che le sofferenze della popolazione civile a Gaza, presentate dal Sudafrica alla Corte come prova del genocidio, siano in realtà imputabili ad Hamas, per il suo forte radicamento nella Striscia. Israele rivendica anche di aver aumentato la quantità di cibo nel territorio di Gaza per far fronte alla fame.

L'avvocato palestinese Shawan Jabarin, invece, afferma che alcuni Stati europei sono complici dei delitti israeliani.

"Figure chiave europee e leader dell’Ue hanno sostenuto Israele incondizionatamente. Sono andati lì per dare a Israele il via libera per continuare i crimini. Gli europei stanno perdendo il loro ruolo e la loro moralità", ha detto Jabarin.

Poiché la Corte impiegherà probabilmente molto tempo per emettere una sentenza sull'accusa di genocidio, il Sudafrica ha chiesto nove misure provvisorie che includono la prevenzione di ulteriori danni irreparabili ai palestinesi di Gaza e la sospensione totale della campagna militare israeliana nella zona. 

Israele afferma che ciò è impossibile, perché Hamas continuerebbe a lanciare razzi nel sud di Israele. La Corte si pronuncerà su questo punto nel giro di poche settimane.

L'intervento che cita il discorso di Ursula von der Leyen

Francesca Albanese (Onu): "Felice di vedere il diritto riaffermato"

Gli attacchi e gli ordini di evacuazione contro gli ospedali da parte di Israele sono una delle fattispecie che contribuiscono a configurare le operazioni militari in corso a Gaza come un genocidio dei palestinesi, ha sostenuto il Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia de L'Aia.

L'articolo 2 della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, approvata nel 1948 e ratificata anche da Sudafrica e Israele, include tra gli atti di genocidio "il fatto di sottoporre deliberatamente un gruppo (nazionale, etnico, razziale o religioso) a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale". 

"Il Sudafrica, un Paese che ha spezzato le catene del colonialismo e del figlio del colonialismo che era l'apartheid, chiede la riapplicazione del diritto. In questo atto vedo qualcosa di storico, perché cerca di salvare il diritto internazionale e l'umanità o ciò che ne resta", ha commentato giovedì la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori occupati palestinesi, Francesca Albanese.

"Quando il diritto è violato si va dai giudici per ripristinare l'ordine costituito, quindi mi aspetto che la politica si adegui. Le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti e vanno rispettate", ha aggiunto Albanese, che era a Roma a presentare il suo libro "J'accuse: gli attacchi del 7 ottobre, Hamas, il terrorismo, Israele, l'apartheid in Palestina e la guerra", edito da Fuoriscena.

Israele blocca gli aiuti verso il nord di Gaza, denuncia l'Onu

Proprio al confine meridionale di Gaza con l'Egitto si concentrano gli sforzi e l'attenzione della comunità internazionale. Il Qatar sta cercando in queste ore di mediare l'arrivo di maggiori aiuti umanitari nella Striscia. 

In questo inizio d'anno, solo cinque delle 24 consegne previste di cibo, medicinali, acqua e altre forniture salvavita hanno raggiunto il nord della Striscia, ha lamentato l'ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari (Ocha).

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"Siamo stati costretti a cancellare o a ritardare le missioni a causa di ritardi eccessivi ai posti di blocco israeliani o perché i percorsi concordati erano impraticabili", si legge nel bollettino di aggiornamento su Gaza diffuso giovedì dall'Ocha.

Israele sotto pressione per gli ostaggi e i razzi dal Libano

I parenti di alcune delle 130 persone circa ancora sotto sequestro di Hamas e del Movimento per il jihad islamico a Gaza si sono riuniti giovedì a Nirim, uno dei kibbutz di confine con la Striscia.

Con potenti altoparlanti hanno cercato di trasmettere messaggi ai loro cari dentro la Striscia, come atto di protesta alla vigilia dei cento giorni di prigionia, ma anche per la remota possibilità di potere essere sentiti.

Gli scontri al confine nord di Israele, saliti d'intensità da una decina di giorni a causa di bombardamenti mirati che hanno ucciso comandanti di Hamas e di Hezbollah in Libano, sono proseguiti giovedì.

Almeno sette persone sono rimaste ferite, secondo media israeliani, dopo che Hezbollah ha lanciato una raffica di razzi sulla città, parzialmente evacuata da settimane, di Kiryat Shmona.

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