Con Kim Jong-un Putin non è più isolato, i timori di Ucraina e partner occidentali

Il segretario generale della Nato Stoltenberg e il presidente ucraino Zelensky
Il segretario generale della Nato Stoltenberg e il presidente ucraino Zelensky Diritti d'autore Virginia Mayo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Stefania De Michele
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Siglata una dichiarazione congiunta da Ue, Usa e i ministri degli Esteri di 47 paesi per condannare i presunti trasferimenti di armi da Pyongyang a Mosca

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La durata e l'esito della guerra in Ucraina dipendono dal potenziale su cui Mosca e Kiev possono fare affidamento. Tutto ruota dunque attorno all'approvvigionamento di armi.

In questo contesto, in una dichiarazione congiunta, il capo della politica estera del l'Unione europea Josep Borrell, il segretario di Stato americano Antony Blinken e i ministri degli Esteri di 47 paesi, tra cui Argentina, Australia, Guatemala, Giappone e Corea del Sud, hanno condannato i presunti trasferimenti di armi dalla Corea del Nord alla Russia nei "termini più forti possibili".

Nella dichiarazione congiunta appaiono due date: il 30 dicembre e il 2 gennaio, i giorni in cui i missili balistici nordcoreani sarebbero stati utilizzati da Mosca contro bersagli ucraini.

Preoccupa l'asse Mosca-Pyongyang

"Il trasferimento di queste armi aumenta la sofferenza del popolo ucraino, supporta la guerra di aggressione della Russia" si legge nella dichiarazione congiunta di mercoledì, rilevando che tale cooperazione garantirebbe anche informazioni tecniche e militari alla Corea del Nord: "Siamo profondamente preoccupati per le implicazioni di sicurezza che questa cooperazione ha in Europa, nella penisola coreana, in tutta la regione Indo-Pacifico, e in tutto il mondo".

Nella dichiarazione congiunta si aggiunge che l'approvvigionamento di armi tra Pyongyang e Mosca è in violazione di più risoluzioni Onu, dal 2006 a oggi, in risposta al programma di armi nucleari della Corea del Nord.

Gli Stati Uniti e i loro alleati intendono sollevare la questione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. 

Si riunisce il Consiglio Nato-Ucraina

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha organizzato una riunione del Consiglio Nato-Ucraina. L'incontro è stato richiesto da Kiev a seguito dei recenti attacchi missilistici e di droni russi. 

"Uno dei temi chiave dell'incontro sarà il rafforzamento della difesa aerea dell'Ucraina", ha spiegato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

I membri dell'Alleanza hanno già fornito "quantità significative di sistemi di difesa aerea all'Ucraina" ha ricordato Dylan White, portavoce dell'organizzazione transatlantica. Ma "sono determinati a rafforzarli ancora di più" ha assicurato.

Dal 29 dicembre la Russia ha ripreso i massicci attacchi su quasi tutto il territorio ucraino. Questi raid hanno provocato una cinquantina di vittime tra la popolazione ucraina.

Sono sicuro che saremo in grado di rafforzare il nostro Paese, la nostra difesa aerea e la cooperazione con i nostri partner
Volodymyr Zelensky
presidente ucraino

Armi a Kiev: partner occidentali in difficoltà

Gli analisti sottolineano che i partner occidentali di Kiev hanno difficoltà a tenere il passo, in particolare per la produzione di missili utilizzati dai sistemi di difesa aerea (SAMP/T, Patriot, NASAMS, IRIS-T SLM). 

Inoltre, nel breve termine, il rifornimento delle scorte ucraine potrebbe presto ricadere per la maggior parte sui partner europei.

Gli aiuti militari americani sono a rischio per la mancanza di un accordo da parte del Congresso degli Stati Uniti sul loro rifinanziamento.

Un'altra difficoltà è legata al fatto che le forze ucraine dispongono ancora di sistemi antiaerei risalenti all'epoca sovietica, come, ad esempio, i cannoni ZU-23 da 23 mm.

La dotazione pone un problema di approvvigionamento di munizioni. Da qui la preoccupazione dello Stato Maggiore ucraino. 

"Nella situazione attuale, per quanto riguarda i sistemi mobili di difesa aerea, le munizioni sono sufficienti per resistere ai prossimi potenti attacchi. Ma, a medio e lungo termine, abbiamo ovviamente bisogno dell'aiuto dei Paesi occidentali", ha dichiarato il generale Serhi Naïev, comandante delle forze congiunte ucraine.

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