La popolazione di Gaza, senza acqua potabile, è ormai costretta a bere quella del mare. Dopo le piogge degli ultimi giorni, l'emergenza idrica si aggiunge a quella igienico-sanitaria
Le condizioni a Gaza peggiorano di giorno in giorno: nella Striscia manca tutto, soprattutto l’acqua potabile. Solo il 10% sarebbe ancora pulita: per cercare di sopravvivere, nonostante i rischi, alcune persone decidono di bere l'acqua del mare.
L'offensiva israeliana ha distrutto anche gran parte dei pozzi d'acqua, a peggiorare la situazione sanitaria le alluvioni dei giorni scorsi causate dal maltempo.
Emergenza idrica
L’ufficio di coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) ha dichiarato che nei rifugi sovraffollati non è possibile gestire le acque reflue.
Insieme alle inondazioni e all’accumulo di rifiuti, le condizioni hanno attirato insetti, zanzare e ratti, aggravando ulteriormente il rischio di diffusione delle malattie.
All’inizio della settimana le autorità sanitarie di Gaza hanno dichiarato di aver documentato 360.000 casi di malattie infettive nei rifugi e che il numero reale potrebbe essere più alto. Nel frattempo, i partner umanitari che forniscono assistenza per l’acqua, i servizi igienico-sanitari e l’igiene alla popolazione di Gaza, hanno segnalato l’urgente necessità di materiali da costruzione per riparare le condutture idriche danneggiate.
Secondo Och,a “l’impossibilità di provvedere alle riparazioni potrebbe causare l’interruzione dell’erogazione dell’acqua in alcune aree del sud di Gaza”.