Al via al Tribunale dell'Aia il processo contro le torture commesse dal regime siriano di Assad, almeno a partire dal 2011. La Corte di Giustizia internazionale deciderà quali sanzioni infliggere a Damasco
L'AIA (PAESI BASSI) - Alla Corte di Giustizia internazionale dell'Aia, la Siria non si è presentata al processo - sostenuto da Canada e Paesi Bassi - per aver violato la Convenzione dell'Onu contro la tortura, che la stessa Siria aveva firmato nel 2004.
È la prima volta che il regime di Bashar al-Assad viene trascinato davanti a un tribunale internazionale.
I vertici di Damasco hanno disertato l'udienza dopo aver bollato il caso come frutto di "disinformazione e bugie" e affermando che le accuse "non hanno la minima credibilità".
Secondo i giudici, invece, il governo siriano ha torturato decine di migliaia di persone e mantiene un sistema "diffuso e pervasivo" di "trattamenti abominevoli".
Canada e Paesi Bassi hanno chiesto misure preliminari, come la fine immediata dell'uso della tortura e la rivelazione dei luoghi in cui vengono tenuti i detenuti.
La Corte internazionale può impiegare anni per pronunciarsi su un caso, ma le cosiddette "misure provvisorie" urgenti possono essere ordinate nel giro di poche settimane e sono giuridicamente vincolanti.
"Circostanze a dir poco tragiche"
"Le circostanze che hanno portato il Canada e i Paesi Bassi davanti alla Corte, vale a dire la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, umani e degradanti di decine di migliaia di persone in Siria, sono a dir poco tragiche", ha dichiarato Renè Lefeber, rappresentante per i Paesi Bassi
"Prove schiaccianti di torture"
"Ciò che conta non è se la Siria si sia presentata o meno, ciò che conta è che le prove siano state presentate davanti a un'udienza pubblica", spiega Ibrahim Olabi, consigliere per Paesi Bassi e Canada.
"Si tratta di una serie di prove di tutti i tipi di tortura: violenze sessuali, stupri e sparizioni forzate, avvenute almeno a partire da 2011. E il mondo intero ora sa che ciò stava accadendo. E sta ancora accadendo".
Decine di siriani hanno manifestato fuori dal Tribunale dell''Aia per chiedere giustizia e verità.
Il padre di Wafa è scomparso 10 anni fa
"Realisticamente parlando, non credo che questo caso aiuterà a liberare o a rilasciare i detenuti. Ma spero che possa almeno aiutare a fermare le torture e i maltrattamenti a cui sono esposti quotidianamente centinaia di migliaia di detenuti", dice Wafa Al-Ali, il cui padre risulta tuttora scomparso.
"Assad di nuovo sulla scena mondiale"
La corrispondente di Euronews dai Paesi Bassi, Fernande van Tets, da anni esperta di Medio Oriente e Siria, spiega:
"Molte persone speravano che questo caso avrebbe riacceso i riflettori sui crimini della Siria, proprio in un momento in cui il presidente Assad viene accolto di nuovo sulla scena mondiale: la Siria è tornata nella Lega Araba ed è stata oersino invitata alla COP 28, che si svolgerà da fine novembre a Dubai. Tuttavia, il tempismo è tutto e oggi c’è stata pochissima attenzione da parte dei media, poiché un’altra crisi – propria alla porta accanto – ha conquistato tutti i titoli dei giornali".