Qatargate, libertà vigilata per Eva Kaili: cessa l'obbligo del braccialetto elettronico

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili
L'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili Diritti d'autore HONS / European Union 2022
Di Michela Morsa
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La vicepresidente del Parlamento europeo, ai domiciliari dal 14 aprile scorso dopo quattro mesi trascorsi in carcere, è stata rilasciata sotto condizioni su disposizione della procura federale del Belgio

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L'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, è stata sottoposta alla libertà vigilata. Arrestata il 9 dicembre scorso a seguito di una serie di perquisizioni per il suo presunto coinvolgimento nel cosiddetto Qatargate, lo scandalo di corruzione che ha fatto tremare le istituzioni europee, era stata scarcerata ad aprile e posta agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. 

Giovedì, secondo quanto riferito dal portavoce della procura federale belga, il giudice istruttore dell'inchiesta, Michel Claise, ha deciso di revocare la sorveglianza elettronica in quanto "non più necessaria" per il prosieguo delle indagini. 

La fine della detenzione preventiva dell'eurodeputata greca segue le decisioni analoghe disposte nelle settimane scorse dallo stesso Claise nei confronti di Francesco Giorgi, compagno di Kaili e braccio destro dell'ex eurodeputato pentito alla testa del presunto giro illecito di denaro Pier Antonio Panzeri, e per l'eurodeputato belga Marc Tarabella. 

A oltre cinque mesi dallo scoppio dello scandalo, i soli indagati a trovarsi ancora in custodia cautelare sono Panzeri - che a gennaio ha firmato un memorandum di collaborazione con la giustizia belga patteggiando una pena ridotta a un anno di carcere - e l'eurodeputato Andrea Cozzolino, dallo scorso 10 febbraio sotto sorveglianza elettronica a Napoli in attesa di una decisione definitiva sulla sua possibile estradizione in Belgio. 

La fase istruttoria da parte delle autorità belghe procede "a grande ritmo", stando a quanto indicato dalla procura belga. Secondo le regole procedurali del Paese, tuttavia, non vi è un termine per la possibile richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei sospettati.

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