Grecia al voto, con il ritorno al proporzionale e lo spettro dell'ingovernabilità. Il centrodestra minato dagli scandali. La sinistra di Tsipras cerca l'appoggio dei socialisti. In caso di stallo nuova tornata elettorale già nelle prossime settimane
Nea Demokratia e il "vantaggio di Pirro"
La Grecia va oggi al voto, sperando che sia buona la prima. Da giorni i sondaggi riconoscono al partito conservatore Nea Demokratia un margine di vantaggio confortevole sulla sinistra di Syriza, ma insufficiente a governare da solo. Ad accreditare lo spettro di una seconda tornata elettorale già nelle prossime settimane, soprattutto la reticenza del premier uscente Kyriakos Mitsotakis a formare una coalizione.
Incidente ferroviario e intercettazioni telefoniche. Il governo minato dagli scandali
Dalla sua disoccupazione in calo e crescita che lo scorso anno ha toccato il 6%, il governo di centrodestra sconta però l'ondata di ignazione innescata dallo scontro ferroviario che a febbraio ha provocato quasi sessanta morti e dallo scandalo-intercettazioni a danni di politici e giornalisti, in cui lo stesso Parlamento europeo ha ravvisato a marzo "gravi minacce a stato di diritto e diritti fondamentali". Possibile ago della bilancia i socialisti del Pasok, che alle proposte di un accordo di governo della sinistra di Tsipras hanno finora risposto con numerosi distinguo.
Votano anche i più giovani e si torna al proporzionale
Quasi dieci milioni i greci chiamati al voto, per eleggere i 300 deputati del parlamento unicamerale. Per la prima volta, la soglia per partecipare è stata abbassata da 18 a 17 anni, mentre in virtù della modifica della legge elettorale promossa da Syriza nel 2016, scompare il premio di maggioranza di 50 seggi e si torna a una sistema proporzionale semplice.