Sale il bilancio dei morti dell'attentato di lunedì; ancora nessuna rivendicazione, quella del gruppo TTP legato all'Isis è stata smentita dal portavoce dell'organizzazione
Si cerca il sangue per le trasfusioni per salvare i feriti, si scava tra le macerie per cercare i morti. Mentre una comunità sotto shock aspetta ancora di sapere di chi è la firma su uno degli attentati più sanguinosi degli ultimi anni in Pakistan. E' salito a 92 morti il bilancio dell'attacco kamikaze che ha avuto luogo lunedì mattina in una moschea di Peshawar vicino ad una stazione di polizia. Molte delle vittime sono membri delle forze dell'ordine, 150 sono i feriti, alcuni gravi dato che l'esplosione ha distrutto addirittura il tetto della sala principale della moschea, una moschea sunnita. In un primo momento il gruppo talebano (Ttp), alleato dell’ISIS, ha rivendicato l'attacco ma poi il portavoce della formazione ha smentito.
Sembrava che l'azione fosse una vendetta per l'uccisione del leader del Ttp Omer Khalid Khorasani, il cui vero nome era Abdul Wali Mohmand, avvenuta nell'agosto 2022 per l'esplosione di una mina lungo la strada nella provincia afghana di Paktika.
La rivendicazione, poi la smentita
Sarbakaf Mohmand, leader di TTP, ha rivendicato l'attacco in un messaggio inviato all'ANSA via WhatsApp aggiungendo che l'attacco suicida è stato effettuato da Huziafa, un attentatore suicida di 25 anni, che ha adoperato sette chilogrammi di esplosivo nell'attacco. Poi però il portavoce del gruppo ha smentito la rivendicazione.