Sparatoria Questura: Corte si riserva su pericolosità Meran

Presentata nuova perizia. Difensore, 'lui piange per accaduto'
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Di ANSA
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(ANSA) - TRIESTE, 20 GEN - La Corte d'Assise d'Appello di Trieste si è riservata di decidere sulla rivalutazione periodica della pericolosità sociale di Alejandro Augusto Stephan Meran, così come esposta nella perizia presentata oggi durante un'udienza in camera di consiglio. Meran, accusato dell'omicidio dei due poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta durante una sparatoria in Questura a Trieste, lo scorso maggio è stato assolto in primo grado in quanto ritenuto non imputabile per vizio di mente. Per lui è stata prevista una misura di detenzione in una Rems per almeno 30 anni; al momento si trova nel carcere di Verona, in attesa di assegnazione di una struttura. "Il provvedimento della Corte è atteso per le prossime ore o al più tardi lunedì", ha spiegato uno degli avvocati difensori di Meran, Paolo Bevilacqua. "Ma non credo ci saranno sorprese". Quando si fa riferimento alla sparatoria, ha aggiunto il legale, "Meran piange, si rende conto che non è lui". Come è emerso dalla perizia - redatta da Francesco Piani sulla base della documentazione a disposizione e delle informazioni acquisite dal carcere - Meran negli ultimi mesi ha rifiutato la terapia e gli incontri con gli psichiatri. E' stata registrata una "totale assenza di consapevolezza di malattia" e "un'alternanza di comportamenti imprevedibili di accettazione e di rifiuto". "Alle volte" si è mostrato "aggressivo nei confronti del personale di custodia e di quello sanitario". In alcuni episodi, "in particolare durante la notte, si reca alla finestra inveendo contro persone immaginarie". La perizia giunge alla conclusione che "non vi sono state modifiche significative dal punto clinico/sintomatologico e comportamentale rispetto a quanto segnalato nelle diverse indagini peritali" e che Meran sia "da considerare soggetto socialmente pericoloso, tale da richiedere al momento misure terapeutico/riabilitative e detentive così come determinate nella sentenza". (ANSA).

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