La decisione definitiva sulla libera circolazione dei cittadini kosovari in area Schengen resta, comunque, legata al miglioramento dei rapporti tra Kosovo e Serbia, a cominciare dal cosiddetto "Accordo delle targhe"
PRISTINA (KOSOVO) - L'Unione europea ha deciso, a livello di ambasciatori, che i cittadini kosovari potranno viaggiare in area Schengen, senza visto, a partire dal 1° gennaio 2024.
Si tratta di una decisione sostanziale, che dovrà - tuttavia - essere formalizzata dal Consiglio europeo e approvata dal Parlamento di Bruxelles.
La decisione è stata accolta con favore, ma con scetticismo, dai cittadini kosovari. Alcuni vogliono credere che questa sia la volta buona, ma qualche dubbio (più di uno) resta.
Mancano ancora 13 mesi prima dell'inizio della libera circolazione, che in gran parte - così come per l'ingresso di Pristina nell'Ue - dipenderà dai progressi nel dialogo tra Kosovo e Serbia e su cui, in ultima istanza, deciderà il Parlamento europeo.
Il cosiddetto "Accordo delle targhe" potrebbe essere un primo passo per la normalizzazione dei rapporti, auspica Bruxelles.
Voci da Pristina
“Considerando le volte precedenti, quando hanno promesso, ma non è successo niente, penso che finirà così anche stavolta", commenta una ragazza.
“Abbiamo molte ragioni per avere dei dubbi. Penso che l'Europa abbia fatto molti calcoli con noi, che siamo un Paese molto piccolo, con pochi abitanti”, dice un anziano.
“Vorrei che questa volta fosse vero e che la nostra libera circolazione non fosse più rimandata, altrimenti saremo molti delusi”, rincara la dose un uomo.
Un avvertimento europeo al Kosovo?
Alcuni analisti, però, vedono la libera circolazione come una sorta di minaccia da parte dell'Unione europea al Kosovo.
Spiega Adrian Çollaku, analista:
“Purtroppo, hanno collegato questa decisione ai progessi del dialogo Kosovo-Serbia, quando le due cose non sono assolutamente collegate. Quindi, la scadenza del 2024 sembra un avvertimento che l'Ue sta lanciando nei nostri confronti”.
Ribatte Gazmir Raci, analista:
“La questione dei visti è una questione politica. Non ha nulla a che fare con norme o criteri tecnici. Quindi, i progressi o i regressi nel dialogo tra Pristina e Belgrado possono avere un effetto determinante nella prossima fase della liberalizzazione dei visti”.
il primo Ministro del Kosovo, Albin Kurti, ha accolto con favore la decisione:
"Si tratta di un riconoscimento del nostro impegno per lo stato di diritto, la guerra alla corruzione, il rafforzamento dei controlli alle frontiere e la gestione dell'immigrazione. I criteri tecnici sono stati implementati diversi anni fa, per i quali siamo grati alla nostra amministrazione. Un ostacolo è stata anche l'immagine negativa del Paese a causa della corruzione, della cultura dell'impunità e della migrazione di massa verso i Paesi dell'area Schengen. Ma ora le cose sono molto migliorate”.
A parte Russia e Bielorussia, il Kosovo è ancora l'unico Paese europeo a non essere "Visa free".