Pride Bari, aggressione omofoba a coppia in parco

"Ragazzə si è fattə medicare in spedale per ferita all
"Ragazzə si è fattə medicare in spedale per ferita all
Di ANSA
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(ANSA) – BARI, 04 LUG – “Una coppia di ragazzə è stata
violentemente aggredita, ieri sera a Bari con insulti omofobi e
transfobici, da loro coetanei al Parco Rossani, fino a mandarlə
in ospedale”. La denuncia è pubblicata sulla pagina facebook del
Bari Pride che si è tenuto sabato scorso a Bari con un corteo
che ha coinvolto diecimila persone. Con il post è pubblicata
anche la foto che mostra la medicazione alla testa dellə giovanə
che, secondo la denuncia, è statə aggreditə all’interno del
parco Rossani. “Non possiamo rimanere in silenzio davanti alla violenza
prevaricatrice che si sta diffondendo nella nostra città – è
scritto nel post – con chiara matrice patriarcale, omofoba e
razzista: esprimiamo tutta la nostra solidarietà allə ragazzə
aggreditə. Episodi simili al parco Rossani sono toccati a
ragazzi stranieri, e tante altre sono le denunce di molestie per
strada contro ragazze che abbiamo contato in questi giorni.
Fatti che vedono come aggressori branchi di ragazzi altrettanto
giovani, sollevando interrogativi rispetto ad una vera e propria
emergenza educativa”. Nel post si denunciano anche altri episodi
di aggressioni verbali e non che si sarebbero verificati in
seguito alla parata del Pride di sabato scorso. “Prima contro un
attivista, a cui è stata rotta una bandiera da un soggetto
dichiaratamente fascista – è scritto – poi un accanimento
verbale contro una ragazza trans, che le forze dell’ordine hanno
avuto difficoltà a gestire utilizzando un linguaggio non
consono”.
“ Nella nostra città – è detto ancora – non c‘è spazio per la
violenza: come organizzazioni sociali baresi, pur riconoscendo
che alcune zone ad oggi hanno bisogno di una maggiore tutela,
riteniamo che la risposta a questi episodi non possa essere solo
di tipo securitario, con lo schieramento di forze dell’ordine
per le strade. Riteniamo, anzi, che anche per le forze
dell’ordine sia necessario portare avanti momenti di formazione
sempre più capillari su quelli che sono veri e propri crimini
d’odio verso le persone LGBTQIA+ (e che nei tribunali non
possono nemmeno essere riconosciuti come tali), poiché in molti
di questi casi si dimostrano impreparati nel supporto delle
vittime”. (ANSA).

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