Case in canapa. Per ambiente e portafoglio, benefici “da sballo” Rivestimenti in canapa per isolare le abitazioni. Niente principio attivo, ma per Pianeta e portafoglio i benefici sono da sballo: taglio di emissioni e costi, risparmio di energie e materie prime.
Niente principio attivo, ma con una casa in canapai benefici sono da sballo. Meno emissioni, piena riclabilità e risparmio energetico e di materie prime, le sue promesse nel settore dell’edilizia. “Considerate che un metro cubo di mattone di canapa e calce al posto che emettere C0 – dice l’esperto in biostruzioni, Paolo Ronchetti - quindi al posto di inquinare, toglie dall’atmosfera 20 kg di CO2”
CO2, materie prime ed energia: quanto costano le nostre case all’ambiente
Oltre un terzo delle emissioni di Co2 e il 30% dei rifiuti dei paesi UE sono imputabili all’edilizia. Un settore che si alimenta anche della metà delle materie prime, del 40% dell’energia e del 30% dell’acqua a disposizione.
Un “cappotto in canapa” per isolare la casa: l’esperienza di Sara e Mauro
Quando si sono trasferiti in una casa di Montichiari, non lontano da Brescia, Sara e Mauro non hanno quindi esitato e l’hanno isolata, rivestendola interamente in canapa. “Ho inglobato tutta la struttura in una parete di canapa – dice Mauro Cogi –. Essendo un monoblocco compatto, questo permette di evitare dei ponti termici”. Tradizionalmente, alle abitazioni si applica un cosiddetto “cappotto” in polistirene che però, spiega, “non permette la migrazione dell’umidità verso l’esterno”: “Il rivestimento in canapa, invece, permette un buono scambio dell’umidità”.
Meno consumi e bollette più leggere. La canapa fa bene anche a portafoglio e ambiente
La gabbia in canapa che isola la loro abitazione permette a Sara e a Mauro anche di ridurre sensibilmente i loro consumi energetici e quindi alleggerire la loro bolletta. “Per questa casa, il cui riscaldamento e condizionamento sono puramente elettrici – spiega ancora Mauro -, la potenza massima impegnata è 1.8 kW, che è poco più di un asciugacapelli. E con un 1.8 kW riesco a raffrescare o riscaldare 180 metri quadrati di abitazione”.
La nuova generazione dei pannelli in canapa
Di solito, per l’isolamento, si ricorre a un mix di calce e canapa. Ricercatori del progetto europeo Isobio hanno però testato dei pannelli più rigidi e con una migliore conduttività. “Sono molto più solidi di quelli tradizionalmente ottenuti con la canapa”, spiega Mike Lawrence del BRE, il Centro per materiali da costruzione dell’Università britannica di Bath. “La loro minore densità li rende molto più versatili, consentendone diversi impieghi”.
Meno costi, più isolamento ed emissioni ridotte del 50%
Per verificarne l’adattabilità a climi e situazioni diverse, queste ed altre soluzioni sono state testate nel Regno Unito e Spagna. Secondo i ricercatori che hanno condotto le sperimentazioni potranno garantire il 20% d’efficacia in più rispetto alle tecniche di isolamento tradizionali, ridurre del 50% le emissioni di Co2 e del 15% i costi totali.
Costruzioni in biomateriali. Prossima tappa: “Industrializzare le pratiche e sfondare sul mercato”
La vera sfida, secondo il consulente energetico e ricercatore di Isobio, Oliver Style, sarà però aprire queste soluzioni al mercato: “Finora le costruzioni a base di materiali biologici e riciclabili costituiscono ancora una nicchia. Quanto stiamo cercando di fare è sviluppare delle soluzioni che possano essere prodotte e replicate su scala industriale, per rispondere alle esigenze del mercato”.
Questo articolo è stato prodotto in collaborazione con Icons Innovation Strategies nell’ambito di una programmazione speciale che in questo mese di giugno euronews dedica al REPower EU Plan, il piano della Commissione Europea per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle energie fossili russe e contrastare il cambiamento climatico.