Zaki: spero nella mia libertà in autunno

'Sono la prova vivente che la solidarietà può salvare vite'
'Sono la prova vivente che la solidarietà può salvare vite'
Diritti d'autore 
Di ANSA
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
euronews pubblica le notizie d'ansa ma non interviene sui contenuti degli articoli messi in rete. Gli articoli sono disponibili su euronews.com per un periodo limitato.

(ANSA) - BOLOGNA, 06 GIU - "Qui da ora spero nella mia libertà in autunno e le prossime generazioni potrebbero non sapere mai che qualcuno è stato in prigione per il suo attivismo". Lo ha detto Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna rilasciato a dicembre dopo 22 mesi di detenzione in Egitto e ancora in attesa della fine del processo. Zaki è intervenuto mandando un videomessaggio alla presentazione della donazione del suo ritratto, realizzato dall'artista Gianluca Costantini, alle collezioni del museo Mambo e alla città di Bologna. "Ma ciò che sta succedendo oggi è una prova fisica del mio viaggio, ma anche di come la magnifica comunità di Bologna è rimasta accanto a un uomo che aveva vissuto lì solo per qualche mese ma che crede che sia lì il suo posto. Sono la prova vivente - ha aggiunto Zaki - che la solidarietà può letteralmente salvare vite e grazie al lavoro di persone come voi qui oggi ogni persona che visita il museo conoscerà la mia storia e la storia del popolo caritatevole di Bologna che appartiene alla città. Credo fermamente che un singolo pezzo d'arte, una storia, può cambiare per sempre la vita di qualcuno. So che almeno il mio destino è cambiato grazie all'opera di artisti-attivisti, la lotta per i diritti umani ha bisogno di ogni talento, ogni persona singola può usare la propria passione per aiutare e contribuire", ha concluso lo studente dell'Alma Mater. (ANSA).

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Le notizie del giorno | 24 aprile - Pomeridiane

Crisi climatica, Ue: torna freddo dopo i picchi di caldo a rischio i frutteti

Crisi in Medio Oriente: quale futuro per la difesa comune europea