"Solo sì vuol dire sì". Il Congresso spagnolo approva legge del consenso sessuale

"Solo sì vuol dire sì". Il nome dato alla legge approvata dal Congresso spagnolo venerdì parla chiaro. In base a questa nuova norma, qualsiasi atto sessuale in cui una delle persone coinvolte non abbia dato il proprio consenso viene considerato stupro. Finora andava provata in tribunale la presenza di minacce, violenze o costrizioni.
I voti favorevoli sono stati 201, 140 contrari fra Popolari e Vox. La legge passerà ora al Senato.
Cosa prevede la legge
Il disegno di legge, noto come "Solo il sì è sì", cerca di affrontare la nebulosa definizione di consenso nella legge spagnola. In assenza di una definizione codificata, la legge si è a lungo basata sulla prova della violenza, della resistenza o dell'intimidazione per decidere se si è verificato un atto sessuale criminale.
La nuova legge definisce il consenso come un'espressione esplicita della volontà di una persona, chiarendo che il silenzio o la passività non equivalgono al consenso. Il sesso non consensuale può essere considerato un'aggressione ed è soggetto a pene detentive fino a 15 anni.
"Un Paese più sicuro per le donne"
Il cambiamento è stato annunciato dal ministro delle Pari Opportunità, Irene Montero. "Da oggi la Spagna è un Paese più libero e sicuro per tutte le donne", ha dichiarato al Parlamento. "Scambieremo la violenza con la libertà, scambieremo la paura con il desiderio".
La proposta di legge è stata a lungo sostenuta dal governo di coalizione di sinistra della Spagna. Partito Popolare e il partito di estrema destra Vox si sono schierati contro. Il progetto di legge dovrà ora essere votato dal Senato prima di entrare in vigore.
Il testo comprende una serie di altre misure, dall'obbligo per i minori che commettono reati sessuali di frequentare corsi di educazione sessuale e di uguaglianza di genere alla creazione di una rete di centri di crisi aperti 24 ore su 24 per le vittime di violenza sessuale e i loro familiari.
Il caso scatenante: lo stupro della "manada"
La legislazione trae le sue radici da un caso di stupro di gruppo durante la celebre corsa dei tori di San Fermín a Pamplona nel 2016.
I cinque accusati del caso, noti come il branco della "manada", sono stati giudicati colpevoli di abuso sessuale ma non di stupro, poiché si riteneva che la vittima non si fosse opposta a quanto stava accadendo.
La sentenza aveva suscitato proteste in tutto il Paese. Era nata una campagna per allineare la Spagna a un'altra decina di Paesi europei che definiscono lo stupro come sesso senza consenso.