Spagna, campagna per boicottare il ritorno a casa dei 5 della "Manada"

Spagna, campagna per boicottare il ritorno a casa dei 5 della "Manada"
Diritti d'autore  REUTERS/Marcelo del Pozo
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Di Marta Rodriguez Martinez
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Campagna dei gruppi femministi per impedire che i cinque del "Branco", accusati di violenza sessuale ai danni di una ragazza di 18 anni, possano tornare alle loro vite normalmente dopo la scarcerazione su cauzione

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"La Manada" è libera. Il branco di cinque uomini tra i 27 e i 30 anni, prosciolti dall'accusa di stupro ai danni di una ragazza di 18 anni e condannati, invece, soltanto per abusi sessuali, considerato un reato minore, è tornato libero su cauzione. E così i collettivi femministi di Siviglia hanno preparato per loro un'accoglienza tutt'altro che amichevole. 

"Sig/sig.ra commerciante: noi donne non consumiamo negli esercizi commerciali dove vengono serviti stupratori". Questo è il testo di alcuni cartelli dell'iniziativa #StopManada che si stanno diffondendo nella città di Siviglia con l'obiettivo di isolare i cinque amici condannati per quanto fatto nel 2016.

Il messaggio è chiaro: non siete i benvenuti.

I sivigliani Jesús Escudero Domínguez, José Ángel Prenda Martínez, Ángel Boza Florido, Alfonso Jesús Cabezuelo Entrena e Antonio Manuel Guerrero sono stati scarcerati dal penitenziario di Pamplona dopo quasi due anni di detenzione e dopo aver pagato 6mila euro di cauzione in attesa di sentenza definitiva. 

La decisione della corte, scrive Il Post, aveva provocato moltissime proteste: gli uomini erano stati condannati per aggressione e non per stupro perché la donna non si era opposta alla violenza – ripresa dai video di sorveglianza – ma aveva mantenuto un atteggiamento passivo: era stata giudicata una normale reazione di shock dai procuratori, ma la difesa aveva parlato di atteggiamento consenziente. 

Agustín Martínez, avvocato di quattro dei 5 membri dell'autodefinitasi Manada (così si chiamavano su WhatsApp) ha riconosciuto durante un'intervista con euronews che è difficile ovviare alle forti proteste di una parte della società che pensa che non sia stata fatta giustizia nei confronti della vittima. "Pensiamo che questo sia solo questione dei primi giorni e che, più in là, tutto si rilassi e possano condurre la propria vita normalmente".

Per il momento, i cinque uomini hanno ritrovato le strade della loro città tappezzate di manifesti. Migliaia di donne e uomini hanno manifestato in varie parti della Spagna quando hanno saputo che sarebbero stati rilasciati.

L'Audiencia de Navarra, nel rilasciarli, ha ritenuto che non ci fosse alcun rischio di fuga o di reiterazione criminale. Sia la vittima che gli imputati hanno presentato ricorso contro la sentenza di condanna a nove anni di reclusione.

Circondati da una folla di telecamere e microfoni, lunedì 25 giugno i cinque uomini si sono recati nei tribunali di sorveglianza di Siviglia con il volto scoperto. Sarà difficile che tornino alle loro vite di un tempo in maniera anonima, almeno nella città andalusa.

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