Taisia, bambina di Chernobyl tornata in Italia dopo 26 anni a causa della guerra

Taisia, bambina di Chernobyl tornata in Italia dopo 26 anni a causa della guerra
Diritti d'autore Η Ταΐσια με τον γιο της
Diritti d'autore Η Ταΐσια με τον γιο της
Di Luca Palamara
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

La donna e suo figlio sono in salvo ad Ercolano, presso la stessa famiglia che aveva ospitato Taisia nel 1986 subito dopo l'incidente alla centrale nucleare.

PUBBLICITÀ

L’immagine di una madre che gioca con il proprio figlio in un ambiente sicuro contrasta con le scene strazianti delle famiglie che in Ucraina si accalcano per salire su un treno che le porterà lontano dalla guerra. Taisia Vechurko e suo figlio sono in salvo ad Ercolano, vicino Napoli, presso la stessa famiglia che l’aveva ospitata come cosiddetta bambina di Chernobyl quando aveva solo 7 anni.

"Non sapevamo la lingua, non sapevamo come muoverci, nè sapevamo che cosa darle da mangiare - dice Anna Cioffi, che ospitò Taisa nel 1986 -. Allora io ho aperto il frigo, l’ho messa davanti e lei con le sue manine piccole ha preso queste due uova e poi mi ha fatto un gesto. Al che ho capito che voleva le uova al tegamino".

26 anni fa Taisia è arrivata in Italia per sfuggire ad un nemico invisibile: la radioattività della zona di Chernobyl. Oggi, un nemico ben visibile l’ha costretta a tornare da quella stessa famiglia che l’aveva ospitata, ma questa volta da madre. Taisia non ha mai perso i contatti con la sua famiglia italiana, ma non poteva immaginare che avrebbe avuto ancora bisogno di loro.

"Li ringrazio per avermi ospitato, perché è difficile quando non sai dove andare - dice Taisia - è bello avere un posto e una famiglia che ti possono ospitare, anche per mio figlio che è piccolo e non volevo che vedesse tutto quello che sta succedendo adesso in Ucraina".

Taisia e suo figlio sono tra i 55 rifugiati che il Comune di Ercolano, insieme all’Associazione Uniti per la Vita e la Croce Rossa, hanno prelevato al confine con l’Ungheria. "Il nostro obiettivo è integrarli nel tessuto sociale della città. Abbiamo organizzato un’assistenza sanitaria, abbiamo organizzato con le scuole la possibilità di far frequentare ai bambini Ucraini le stesse classi dei bambini Italiani. Io credo che accogliere i profughi Ucraini possa essere una grande risorsa per la mia città e per il nostro territorio".

"Quando siamo arrivati qui abbiamo provato una sensazione di sollievo, però ti mancano amici e parenti - dice Taisia -. Vorremmo essere lì con loro, sapere come stanno. Siamo preoccupati per tutti quelli che sono rimasti". Dal disastro nucleare di Chernobyl alla guerra di oggi: non sembra esserci pace nella vita di Taisia, ma la sua famiglia Italiana è ancora qui ad aiutarla dopo tutti questi anni.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Chernobyl, presidio permanente dell'Aiea per scongiurare la minaccia nucleare

"Siamo entrati in un film dell'orrore": la vita dei medici ucraini in un ospedale a Dnipro

Guerra in Ucraina, la vita al fronte delle donne cecchino