Una nuova, lunga indagine ha identificato nel notaio ebreo Arnold van den Bergh il nome di colui che ne rivelò ai nazisti il nascondiglio
A distanza di 78 anni, ha un nome la persona che rivelò ai nazisti il nascondiglio di Anna Frank.
Una nuova, lunga indagine ha difatti identificato nel notaio ebreo Arnold van den Bergh colui che l'avrebbe tradita, causandone la deportazione il 4 agosto 1944.
Anna morì poi nel campo di Bergen-Belsen all'età di 15 anni.
"Questa è una nuova teoria che presuppone un tradimento - dice Ronald Leopold, direttore museo Anna Frank - una teoria di cui si conosceva la fonte, la lettera, ma che non era mai stata adeguatamente ricercata".
La squadra investigativa è formata da una ventina di storici, criminologi e specialisti di dati.
Informato che i nazisti avrebbero potuto arrestarlo, van den Bergh decise di scambiare la sua libertà con quella dei tanti ebrei nascosti al numero 263 di Prinsengracht.
Delle piste seguite dai ricercatori, una trentina circa, questa è considerata la più probabile,
Al momento della liberazione, solo Otto Frank, padre di Anna, fece ritorno a casa e pubblicò le memorie della figlia nel 1947.