Il Museo dell'Olocausto di Washington incamera il fondo Cooper con un ottantina di lettere che il collezionista e arista statunitense scambiò con Otto Frank, il padre della giovane vittima dei lager nazisti
Le foto di Anna Frank sono ancora lì, testimoni delle vite spezzate di coloro che ebbero la sfortuna di essere al mondo durante l'ultima guerra. Ryan Cooper era un giovane californiano negli anni Settanta quando entrò in corrispondenza con Otto Frank, il padre della giovane vittima dell'Olocausto.
La corrispondenza atlantica
Attraverso dozzine di lettere e diversi incontri i due sono stati amici fino alla morte di Frank nel 1980, all'età di 91 anni. Ecco cosa ricorda oggi Cooper.....
Ryan Cooper, collezionista: Ci siamo incontrati nel 1973, gli avevo scritto alcuni mesi prima. Abbiamo condiviso molte cose interessanti, incluso il fatto che mi mostrò il diario originale di Anna.
A novantanni dalla nascita di Anna Frank
Per il 90° anniversario della nascita di Anna Frank, il 12 giugno 1929 Cooper ormai 73enne antiquario e artista del Massachusetts, ha donato il suo fondo di lettere e ricordi ricevuti da Frank al Museo dell'Olocausto di Washington che ancora evoca, anche in formati multimediali, in quale abisso infernale un regime d'avventura sprofondò gli ebrei e l'umanità intera.
Un insegnamento per la pace e la tolleranza
Ryan Cooper, collezionista: Il suo obiettivo era quello di insegnare non tanto l'Olocausto ma la necessità della tolleranza e il valore dell'umanità. Fondò la sua speranza sui giovani e si ispirava alle lettere che i giovani gli scrivevano.
Il museo americano digitalizzerà e renderà disponibile la collezione di Cooper ricca di una ottantina di lettere e di un certo numero di modesti ricordi di famiglia come una foto di Anna e il suo portamonete.
Il Diario di Anna Frank , diventato anche film, è considerato una delle opere più importanti del XX secolo.