Il governo di Vilnius ha deciso di estendere lo stato di emergenza lungo il confine con la Bielorussia per un altro mese e di ampliarlo al confine con la Polonia dal 10 dicembre: l'obiettivo è fermare la "migrazione secondaria" verso altri paesi Ue
La Lituania (soc)chiude le frontiere.
Il governo di Vilnius ha deciso di estendere lo stato di emergenza lungo il confine con la Bielorussia per un altro mese e di ampliarlo al confine con la Polonia dal 10 dicembre.
La ministra dell'Interno Agnė Bilotaitė ha dichiarato che questo non significherà imporre controlli alla frontiera interna della zona Schengen, ma ha affermato che faciliterebbe i controlli sui veicoli sospettati di trasportare migranti nel resto dell'Unione europea.
La rotta verso la Polonia e poi verso la Germania è l'obiettivo dei migranti (per lo più mediorientali) che tentano di attraversare la Lituania e la Lettonia partendo dalla Bielorussia.
Secondo il ministero dell'Interno lituano, 60 indagini sono in corso sul traffico di esseri umani, ma nuove reti di "migrazione secondaria" continuano ad essere create.
Donatas Urbelionis, Comandante della stazione di polizia di frontiera di Kabeliai, racconta:
"Dalle mie conversazioni con i migranti, vengono letteralmente spinti nel territorio lituano. anche se loro stessi vorrebbero già tornare nei loro paesi d'origine. Ma, semplicemente, non viene data loro la possibilità di raggiungere l'aeroporto di Minsk".
La Lituania conferma la propria stima: tra i 7.000 e 15.000 migranti si trovano tuttora in Bielorussia e mentre Vilnius non sente la stessa pressione di Varsavia, decine di migranti vengono comunque respinti ogni giorno.
Secondo la polizia di frontiera lituana, in molti casi i migranti sono stati aiutati a tagliare il filo spinato da militari bielorussi.