Crisi migranti, la Lituania corre ai ripari. Stato di emergenza e posti di blocco

Mentre la situazione in Polonia si fa sempre più tesa sul fronte migranti, ora la Lituania ha dichiarato lo stato di emergenza, dopo aver introdotto la misura che vieta l’accesso a un’area di 5 km lungo il confine e che limita di fatto anche i diritti dei rifugiati che sono già presenti sul territorio nazionale.
La decisione di Vilnius arriva dopo la visita del primo ministro lituano Ingrida Simonyte al confine bielorusso mentre la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen da Washington annunciava nuove sanzioni in arrivo contro Minsk.
Sanzioni che secondo la premier lituana sono un ulteriore passo importante anche se non decisivo. Si devono bloccare tutti quelle persone coinvolte nell’organizzazione del massiccio flusso migratorio da e verso la Bielorussia.”
Al confine nei posti di blocco i militari ogni giorno sono impegnati a fermare decine di migranti provenienti dalla Bielorussia. Uomini ma anche donne e bambini in condizioni disperate. A Svendubre, una piccola cittadina vicino alla frontiera, i residenti sperano che questa situazione possa trovare presto una soluzione.
“Il fatto che è stato introdotto lo stato di emergenza ci rende più tranquilli, racconta un residente. Di notte ogni rumore che sentiamo ci fa sempre un po’ paura. Forse è meglio che le truppe continuino a restare al confine pronte ad intervenire.”
Intanto la Lituania ha recentemente inasprito anche le legge sulla richiesta di asilo politico. Secondo i dati del corpo di polizia di frontiera lituano, negli ultimi tre mesi sono stati effettuati oltre 5.500 respingimenti, mentre il Parlamento ha approvato la costruzione di un muro lungo 500 chilometri e alto 4 metri. Una barriera che costerà 152 milioni di euro. I lavori sono iniziati lo scorso 4 novembre.